Quinto pareggio consecutivo per la squadra di Pioli, pesano ancora gli errori sotto porta di Simeone Palo di Milenkovic, tante le occasione sprecate L’allenatore: «In crisi? No, la vittoria arriverà presto»
Ancora un pareggio, stavolta senza gol Simeone (ma non solo) sbaglia troppo
Un punto. E basta. L’ennesimo pareggio (il quinto di fila) di un autunno che più autunno non si può. Grigio, freddo, malinconico. Come il cielo che ha accolto la Fiorentina a Bologna. Pioggia fitta, e foschia che rende difficile scorgere uno squarcio di luce. Uno 0-0 inutile. Anzi. A guardar bene, un’enorme occasione sprecata.
Aveva perso la Roma, il Sassuolo era caduto a Parma (da ieri una concorrente in più), Lazio e Milan si scontravano tra loro e l’Atalanta si è fatta ribaltare dall’Empoli. E meno male, per i viola, altrimenti la fuga in avanti della banda di Gasperini si sarebbe fatta preoccupante. Era, per intendersi, l’occasione buona per rilanciarsi.
E invece no. La Fiorentina, al Dall’Ara, ha ripreso da dove aveva lasciato. Le partite passano, e i difetti restano. I gol sbagliati, gli errori nella gestione di contropiedi potenzialmente letali, la crisi di Simeone, i cambi che non aggiungono niente. Certo, il discorso vale anche al contrario e, quindi, per alcune certezze positive. La solidità, la fase difensiva, una discreta facilità nel crearsi occasioni. Un film visto e rivisto prima della sosta, e andato in onda anche a Bologna.
Senza Pezzella e Pjaca, Pioli ha confermato le sensazioni della vigilia. Al posto dell’argentino ha buttato dentro Ceccherini e, tutto sommato, ha avuto ragione. Buona, la prova dell’ex Crotone. Preciso, concentrato. Addirittura capace, in un paio di occasioni, di uscire palla al piede con insospettabile eleganza. E poi l’attacco, con Gerson per la prima volta (dall’inizio) schierato nel tridente. Una soluzione che si era vista anche nel secondo tempo della sfida con la Roma e che, pur tra alti e bassi, ha lasciato sensazioni incoraggianti. Qualcuno potrebbe dire che, in quel ruolo, ha creato più il brasiliano in una partita che Pjaca nel resto del campionato. Il problema è che oltre a creare, bisognerebbe concretizzare.
E questo alla Fiorentina proprio non riesce. Anche ieri son state sei, sette, le palle gol (nitide) sprecate dai viola. E
Zona Europa
Palo di Milenkovic, grande parata di Lafont Il sesto posto resta a due punti
da Simeone in particolare. Quella in avvio di ripresa (eravamo al 6’) addirittura clamorosa. Controllo sbagliato, e tiro in bocca a Skorupski. Per non parlare di quanto successo nel primo tempo. Quel contropiede chiuso con un passaggio al portiere quando sarebbe bastato un tocco (banale) per mandare in porta Chiesa.
È, il loro, un dialogo tra sordi. Si cercano poco, si trovano ancora meno. Un rapporto sul quale l’allenatore dovrebbe forse mettere mano. Perché (almeno fino a gennaio) molto passerà dalla vena di questi due. E pensare di andare in Europa con due attaccanti che, dopo 13 giornate, hanno messo insieme la miseria di 4 gol diventa difficile. Il Cholito, non segna da 770’. Una vita. E non è soltanto una questione di gol. Perché il «9» sta mancando anche in quel lavoro sporco che, spesso, lo ha messo al riparo dalle critiche. Non a caso, Pioli lo ha tolto a venti minuti dalla fine. Fuori lui, e dentro Thereau. Una sorta di carta della disperazione che, però, non ha portato a nulla. Certo, sarebbe sbagliato prendersela soltanto con Simeone. È un problema, quello della concretezza, che riguarda tutti. Troppi, anche ieri pomeriggio, i contropiedi sprecati. È capitato a Simeone, ma pure a Benassi, Edimilson, Gerson e Mirallas, entrato nel finale al posto dell’ex Roma.
A proposito. I cambi, anche stavolta, non hanno convinto. Soprattutto, non hanno spostato niente. Anche perché, da un punto di vista tattico tutto rimane sempre e comunque uguale. Fuori una punta, e dentro una punta. Fuori un esterno, e dentro un esterno. E poi perché Dabo per Benassi nel momento di massima spinta? Davvero, quando si ha bisogno come il pane di una vittoria, non si può osare qualcosa in più? Certo, per la Fiorentina, non è nemmeno un periodo fortunato. Capita allora che un colpo di testa da due passi di Milenkovic si stampi sul palo, e scappi via. E così, i viola, si ritrovano nella fangosa terra di mezzo. Decimi, col rischio (se stasera dovesse battere il Cagliari) di essere scavalcati anche dal Torino, e con la Juventus sullo sfondo.
Ce ne sarebbe abbastanza per cedere al pessimismo. Eppure, l’obiettivo, è lì. Il sesto posto infatti è lontano appena due punti. Niente, a pensarci bene. Per agguantarlo, però, questa Fiorentina non basta. E se cinque indizi (pareggi) consecutivi non sono una prova, poco ci manca.