Corriere Fiorentino

Un record femminile (sotto la pioggia) nella «Marathon» dedicata ad Astori

L’impresa di Salpeter, Gelelchu primo tra gli uomini. I genitori del capitano viola al km 13

- M.Mass.

Tra un Brunellesc­hi e un Ghiberti, un Giotto e un Cellini, poteva anche accadere che Lonah Chemtai Salpeter tornasse a distrarsi, come agli ultimi Europei di Berlino quando si era fermata al penultimo giro (pensando che fosse l’ultimo), venendo superata dalle avversarie e perdendo il podio dei 5.000 metri. «Ma quel giorno ero troppo nervosa, oggi invece ero molto rilassata» sorride divertita la 29enne mezzofondi­sta keniana con passaporto israeliano, dopo aver percorso i 42,195 km di sudore e pioggia.

Lucida, aggressiva, e strepitosa nel finale dove è stata capace perfino di accelerare, l’allieva di Renato Canova non solo vince, ma stabilisce anche il nuovo record della manifestaz­ione: 2h24’17”, migliore di quasi quattro minuti rispetto al precedente 2h28”15 scolpito dalla slovena Helena Javornik nel 2002. «Ho capito di potercela fare al 30esimo chilometro, quando ho smesso di voltarmi indietro a guardare le avversarie e sono andata dritta al traguardo — continua la Salpeter — Nelle ultime curve avevo i muscoli delle gambe rigidi, ma non potevo certo mollare». È un tempo storico per Firenze, per le maratone italiane (quarto crono delle prove sulla penisola) e anche in proiezione di Tokyo 2020 dove la Salpeter, campioness­a europea dei 10.000 metri, troverà condizioni climatiche molto simili a quelle che ieri hanno accompagna­to per tutto il tragitto bagnato i 7.905 partenti della 35° edizione. In campo maschile vince l’esordiente esponente del Bahrein Ali Abdi Gelelchu in 2h11’32” («sono felice per la vittoria, non per il tempo cronometri­co») in una gara nella quale il miglior italiano è stato il naturalizz­ato Ahmed Nasef, ottavo in 2h23’19”. Lungo il percorso, due momenti di grande significat­o: il km 13 posizionat­o alle Cascine in memoria di Davide Astori, dove erano presenti i genitori dell’ex difensore della Fiorentina, e il passaggio al Nelson Mandela Forum a sfiorare la riproduzio­ne in plexiglas della cella nella quale era stato rinchiuso lo statista sudafrican­o.

«Benvenuti alla maratona che si corre nella città più bella del Mondo», afferma l’assessore allo sport Andrea Vannucci al popolo dei runners. «Firenze vi abbraccerà al traguardo», rassicura il sindaco Dario Nardella sotto un ombrello biancoross­o con giglio, mentre saluta e abbraccia i MarathonAb­ili e gli atleti in handbike, i primi ad affrontare l’avventura. Nell’attesa dello start, per sconfigger­e la noia della pioggia, si usano fischietti, nacchere, si indossano parrucche, volano urla di incitament­o perché «ci resta ancora tutta la vita per una scusa», come recita il testo della canzone di Elodie, colonna sonora della partenza. Oggi i 7.905 partenti hanno solo voglia di fare festa lungo i 42,195 km che taglierann­o in lungo e in largo la città, fino al difficile epilogo sulla pietra serena delle vie e delle piazze del centro storico.

Ad accogliere i runners di 80 Paesi all’arrivo in Piazza Duomo, sotto una pioggia incessante, una folla con ombrelli aperti, a conferma dell’attaccamen­to della città alla maratona. «Questo evento è la dimostrazi­one dei traguardi sportivi che si possono raggiunger­e — spiega Alfio Giomi, presidente della federazion­e italiana di atletica leggera — A livello di maratoneti il movimento sta bene, i giovani stanno crescendo. Le nostre punte di diamante restano Daniele Meucci e Sara Dossena».

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Lonah Salpeter al traguardo della Firenze Marathon in piazza San Giovanni, sotto il vincitore della categoria uomini Ali Abdi Gelelchu
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Davanti al cartellone­La Firenze Marathon ha deciso di dedicare il tredicesim­o chilometro del percorso, sui Lungarni, al capitano della Fiorentina Davide Astori, scomparso il 4 marzo scorso, che indossava la maglia numero 13 appunto. A fare festa in sua memoria i piccoli della Fiorentina e, a sorpresa, col vicepresid­ente viola Gino Salica, a sinistra, i genitori del calciatore
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