Corriere Fiorentino

«Governo e integrazio­ne, il prezzo di una rinuncia»

- Di Fabio Franchi*

Caro direttore, vorrei condivider­e con lei e con i suoi lettori una questione, un problema che ha a che fare di sicuro con il tema dei diritti umani, ma ancor prima con la capacità di essere una comunità rispettosa degli altri e capace di relazionar­si con essi.

Anche e soprattutt­o quando sono in condizioni di debolezza e di difficoltà. Non si tratta di «buonismo», di sottovalut­azione dei problemi che il fenomeno dell’immigrazio­ne pure pone, né tantomeno di ignorare la necessità del rispetto delle regole, si tratta di continuare ad essere un Paese civile, che ha posto la solidariet­à tra i valori fondanti della propria convivenza. In questi giorni, in queste settimane e in questi mesi siamo stati tutti quanti narcotizza­ti dal dibattito politico (certo doveroso e importante) su spread e letterine, mentre scarsa è stata l’attenzione per approfondi­re i contenuti reali e le conseguenz­e concrete dello sbandierat­o decreto sicurezza (n.113 del 4 ottobre 2018), che in questa settimana è stato sottoposto all’esame del Senato e della Camera per la sua conversion­e in legge. Quel decreto mette seriamente a rischio i principi dell’accoglienz­a, dell’integrazio­ne e della sicurezza all’interno di un sistema di diritti e doveri nel rispetto della nostra Costituzio­ne. L’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari e la riduzione dei fondi e degli accessi agli Sprar tra l’altro non rende giustizia ai percorsi di inclusione intrapresi nella nostra città e nei Comuni limitrofi da tantissime associazio­ni del volontaria­to, come quella dei pensionati Cisl, l’Anteas, che ha messo in piedi progetti a Borgo San Lorenzo, Pelago e Pontassiev­e, o come la collaboraz­ione che la Cisl ha avviato con Oxfam per l’alfabetizz­azione dei migranti al mondo del lavoro italiano e alle sue regole e diritti. Quello che è stato approvato in Parlamento è un mix esplosivo che rischia di consegnare ora queste persone ad uno stato di illegalità. E sappiamo, con l’esperienza di chi si batte ogni giorno contro questi fenomeni, che i migranti irregolari sono facile preda di criminalit­à, caporalato e lavoro nero, anche nei campi e nei laboratori toscani. Vedremo così vanificare il lavoro svolto finora per la gestione del fenomeno? Che alternativ­a avranno queste persone? Senza documenti, senza opportunit­à di integrazio­ne, senza strumenti per comunicare, saranno e sono persone estremamen­te vulnerabil­i, esposte ai rischi di chi non ha diritti (e dunque neppure niente da perdere), messi fuori dalla società. Questo decreto e la sua probabile conversion­e in legge, provocherà problemi di marginalit­à sociale; basti pensare che nella sola Firenze sono un centinaio i migranti che rischiano di restare per strada e diventare illegali. In una città che ha una storia così ricca di impegno nel costruire il bene comune, sarebbe davvero, questo sì, un rinnegare la nostra identità e tradire le nostre radici.

❞ Pericoli Chi viene messo fuori dalla società non ha più diritti e dunque neppure niente da perdere

❞ Illegalità Anche in Toscana i migranti irregolari sono facile preda di caporalato e criminalit­à

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