Corriere Fiorentino

Autisti in guerra sul piano Ataf Scioperi di Natale

Gli autisti dicono no al piano. L’Ad Bonora: incomprens­ibile, scrivo ai lavoratori

- Marzio Fatucchi

Ataf, è rottura tra sindacati e azienda. La prossima settimana i dipendenti saranno chiamati in assemblea, si prospetta uno sciopero tra il 10 e 15 dicembre. È «lo scontro più duro mai avuto», ribatte l’azienda, che batte i pugni sui tavoli e fa un altro gesto di cui non si ha traccia, negli ultimi anni: «Scriveremo ai dipendenti spiegando cosa hanno rifiutato i loro rappresent­anti, per guerre di due tessere tra sindacati», sbotta l’Ad della società di Ferrovie, Stefano Bonora. La vertenza va avanti da ormai un anno. I sindacati chiedono una diversa organizzaz­ione del lavoro, per rispettare i turni che si allungano e le pause che saltano per il traffico e i cantieri, i tempi di percorrenz­a, nuovi autisti, oltre a riconoscim­enti economici e interventi sul fronte della sicurezza, diventati ancora più necessari dopo le ultime aggression­i agli autisti. Dopo diversi incontri, ieri in Prefettura in molti si aspettavan­o una firma: invece, i sindacati si sono alzati ed hanno attaccato i vertici di Ataf.

«Dopo un’iniziale apertura dell’azienda — scrivono in modo unitario i sindacati —, al momento in cui abbiamo chiesto che venissero siglate le nostre richieste, c’è stata, da parte aziendale, la richiesta di poterle riconsider­are dal punto di vista economico e quindi di stabilire due incontri, uno in azienda, ed uno successivo in prefettura. La Rsu ha stabilito di concludere le procedure di raffreddam­ento con esito negativo, ritenendo superflue tali richieste aziendali, poiché la posizione Rsu era nota da tempo». Tradotto dal sindacales­e: loro volevano firmare subito, perché altrimenti se fosse saltato comunque l’accordo, non avrebbero potuto fare uno sciopero sotto Natale, l’arma più forte nelle loro mani, con i relativi disagi. E quindi sciopero sia. Ma Ataf non ci sta.

«Questa volta non posso essere diplomatic­o: è una forma di rispetto in primis verso i cittadini e verso i dipendenti Ataf che lavorano», dice Bonora, che elenca «i 900 mila euro di premi di produzione, il più ricco della storia di Ataf, concession­i sui tempi e straordina­ri per le linee giorni difficili oltre a sabato e domenica, la conferma dei 15 autisti “riserve” fino alla fine del contratto ponte. Ed altri 240 mila euro di bonus perché i conti aziendali vanno bene. Oltre ad avere un piano operativo per la videosorve­glianza». Insomma, insiste l’Ad, «eravamo sicuri che il piano fosse gradito: invece in via del tutto strumental­e, per microinter­essi sindacali, avevano già deciso di andare avanti con lo sciopero, perché prima di Natale Ataf deve fare sciopero. Logiche che si commentano da sole: stiamo scrivendo una lettera a tutti i dipendenti in cui spieghiamo cosa hanno rifiutato questi signori, in loro rappresent­anza».

«I lavoratori non hanno l’anello al naso — ribatte Michele Lulurgas della Cgil — Eravamo disponibil­issimi a evitare lo sciopero: bastava riconoscer­e i problemi e trovare soluzioni. Che ci sono. Lo sciopero? Ci possono chiamare anche domani, se lo vogliono evitare». «Non viviamo per scioperare. Eravamo disponibil­i ed aperti — insiste Massimo Milli della Faisa — : il collega oltre ai 50 euro in tasca vorrebbe che le pause fossero rispettate e poter tornare a casa in tempi ragionevol­i. E questo invece non ce lo hanno garantito».

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L’ad di Ataf Stefano Bonora

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