Corriere Fiorentino

Salvini telefona al commercian­te Rossi: «Così inciti alla violenza»

Il vicepremie­r: io sto con lui, legittimo difendersi. Nardella: pensi a mandare altri poliziotti

- A.Moll.

La notizia del commercian­te che ha ucciso un ladro entrato nella sua azienda piomba nel dibattito politico a poche ore dal via libera alla Camera del decreto sicurezza, e riaccende la polemica in materia di legittima difesa. «Io sto con chi si difende — è il primo commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini ieri mattina — Entrare con la violenza in casa o nel negozio altrui, di giorno o di notte, legittima l’aggredito a difendere se stesso e la sua famiglia. La mia solidariet­à al commercian­te toscano, derubato 38 volte in pochi mesi: conti su di noi!». Posizione simile quella di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: «Io sto con Fredy: la difesa è sempre legittima!».

Nel pomeriggio Salvini ha telefonato al commercian­te per manifestar­gli «la vicinanza delle istituzion­i» ma Pacini non se l’è sentita di parlare con il ministro perché troppo scosso. Proprio martedì, dopo l’approvazio­ne del decreto sicurezza, Salvini aveva annunciato la prossima tappa con la legge sulla legittima difesa. E la norma che ancora non c’è alimenta la polemica tra schieramen­ti politici opposti. Il primo è il governator­e toscano Enrico Rossi: «C’è un morto e c’è una persona che dichiara di avere subito ben 38 furti. Io penso che sia un fallimento dello Stato non riuscire a fare giustizia. Resto impression­ato da un ministro dell’Interno che usa una tragedia per ragioni di consenso, quando invece dovrebbe riflettere e cercare soluzioni ai problemi che sono all’origine di questa tragedia». Rossi su Facebook è ancora più duro: «La telefonata di Salvini è un incitament­o aberrante alla violenza per favorire i propri disegni politici, che porteranno a più armi e più morti, anche innocenti. Un’infamia alla quale reagire con sdegno perché così si porta l’Italia alla rovina». Prima il governator­e aveva detto: «L’unico senso della telefonata di un ministro sarebbe dovuto essere quello dell’ammissione del fallimento dello Stato. Ora toccherà alla magistratu­ra stabilire cosa è accaduto. Non spetta ai politici e ai rappresent­anti delle istituzion­i stabilire se una difesa è legittima e se e quando è giusto uccidere. Quanto al controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine — conclude Rossi — il titolare del Viminale smetta di fare i soliti annunci generici e roboanti. Ricordo ancora una volta che le forze dell’ordine in Toscana sono sotto organico di centinaia di unità».

Su Twitter dice la sua anche il sindaco di Firenze Dario Nardella che, come Rossi, sottolinea la carenza di forze dell’ordine: «Esprimo sempre solidariet­à a chi subisce furti ma non festeggio mai la morte di una persona. Salvini, invece di abbandonar­e gli italiani costringen­doli ad armarsi, garantisca la sicurezza. A Firenze aspettiamo ancora 250 agenti e non crediamo alla giustizia fai da te».

«La legge sulla legittima difesa a questo punto è sempre più urgente — replica il vicepresid­ente del Consiglio regionale della Toscana Marco Stella (Forza Italia) — I cittadini sono esasperati dall’esplosione della criminalit­à. Ladri e criminali di ogni tipo devono capire che non si può entrare impunement­e nelle case dei cittadini o nelle aziende, e rubare o compiere atti di violenza. Non vogliamo certo il Far West, e la nuova legge sulla legittima difesa dovrà delineare i contorni relativi al legittimo uso delle armi ma un principio deve essere chiaro: chi è minacciato deve avere la possibilit­à di difendersi. Il buonismo della sinistra va superato, su questo non abbiamo dubbi». Chiede più forze dell’ordine anche il deputato di Civica Popolare Gabriele Toccafondi: «Basta fare propaganda sull’esasperazi­one delle persone. Hanno fatto un decreto sicurezza, una legge di bilancio, un decreto sulla giustizia e non sono riusciti a trovare risorse per aumentare le forze ordine e per garantire la certezza della pena».

«Chiunque entri in casa altrui per violentare o uccidere ne accetta le conseguenz­e», è la risposta di Giulia Bongiorno, ministro della pubblica amministra­zione in quota Carroccio, avvocato con 25 anni di esperienza sulle spalle: «Se di notte sento dei passi io non me la sento di fare Sherlock Holmes. Se ho una pistola e vedo qualcuno che cammina nella notte dentro casa mia, io sparo». La tutela dell’aggredito, spiega, dovrebbe sempre prevalere su quella dell’aggressore.

❞ Il ministro Bongiorno Chiunque entri in casa altrui per violentare o uccidere ne accetta le conseguenz­e

❞ Il deputato Toccafondi Basta fare propaganda sull’esasperazi­one delle persone, serve la certezza della pena

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Lo striscione con l’hashtag #iostoconfr­edy appeso ieri alle sbarre dell’azienda di Monte San Savino

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