Fermatelo!
Al Franchi i viola hanno subìto solo tre gol: la chiave è Pezzella
Mission Impossible: operazione CR7. Fosse un film, lo potremmo intitolare così. Nessuno, fino ad oggi, è riuscito a disinnescare la «bomba». Né in Italia, né in Europa. Diciotto partite, e mai una volta che Ronaldo e compagni abbiano mancato l’appuntamento con il gol.
Chi incrocia i bianconeri, per intendersi, deve mettere in conto di partire sotto di un gol. Del resto, col portoghese, funziona così. Ha giocato 778 partite in carriera, segnando 583 reti. Una media spaventosa, diventata irreale da quando da ala si è trasformato in centravanti. Prendiamo le nove stagioni al Real Madrid: 438 presenze, e 450 reti. Più di una a partita. E l’inizio della sua avventura italiana, più o meno, ha confermato il trend: 17 gare disputate (tra campionato e Champions), 10 reti, e 5 assist. Ronaldo, ma non solo. Perché la Juventus segna tanto, e non solo col «mostro». In campionato (miglior attacco) ne ha realizzati 28 che, in media, son 2,15 a match. E poi ancora. I bianconeri hanno tirato 192 volte, centrando lo specchio in 101 occasioni, guidano la classifica dei cross (135 quelli utili) e quella dei legni colpiti (9). A far da traino, va da sé, sempre e comunque CR7. Nessuno in Serie A ha calciato quanto lui (69 conclusioni, di cui 41 nello specchio), e nessuno ha colpito più pali o traverse (3). Dati che ne fanno il miglior giocatore del torneo: 7,95 il suo punteggio. Eppure, se c’è una squadra che, statistiche alla mano, può sperare di resistere, è la Fiorentina. È vero, i ragazzi di Pioli hanno perso la via del gol ma, in difesa, hanno alzato un muro. I viola infatti, con 10 reti subite, hanno fatto peggio soltanto (tanto per cambiare) della Juventus, ferma ad 8 e, considerando il solito rating, potranno contare sul miglior centrale del campionato. Pezzella infatti (7,23 il suo punteggio) ha recuperato, e sabato ci sarà. Il numero uno degli attaccanti, contro il numero uno dei difensori.
Mica male. Per fermare il portoghese però, non basterà il capitano. L’alieno infatti, gira spesso al largo. In particolare, ama partire dalla sinistra. Soprattutto se al suo fianco c’è Mandzukic. Toccherà spesso a Milenkovic, quindi, il compito di limitarlo. Come? Accorciando il più possibile gli spazi, costringendolo a giocare spalle alle porta. L’ideale (in realtà) sarebbe disinnescarlo alla fonte. Traduzione: fare in modo che riceva pochi palloni. Per questo sarà fondamentale aggredire Pjanic (la principale fonte di gioco bianconera) e, con gli attaccanti, pressare forte sia Bonucci che i due terzini.
Facile, a dirsi. Molto meno a farsi. Anche perché limitarsi al controllo di CR7 significa esporsi altrove. Eccola, la forza della Juve. Avere un mostro come Ronaldo significa far concentrare su di lui le attenzioni, liberando le altre bocche da fuoco. Non a caso, tanto per fare un esempio, Mandzukic sta segnando come mai gli era riuscito in Italia.
Già sei, i gol in campionato, più quello di martedì in Champions. E poi Dybala (2 centri in campionato e 4 in Champions). Chissà, magari sabato non giocheranno tutti e tre, ma poco cambia. Servirà una Fiorentina perfetta. Soprattutto, servirà confermarsi difesa di ferro. In casa, fino ad oggi, i viola hanno preso soltanto 3 gol. Nessuno, ha fatto meglio. Nemmeno la Juve.
È la prova del nove. Anzi. La prova del (CR)7. Certo, i precedenti non sono incoraggianti. Due sfide, e due gol del portoghese. Una nell’estate del 2014 (amichevole a Varsavia vinta però dai viola per 2-1) l’altra, nell’agosto 2017, in occasione del Trofeo Bernabeu. Anche in quel caso Ronaldo segnò. Tra l’altro, dopo aver «mandato al bar» Pezzella. Per l’argentino insomma, e per tutta la difesa viola, l’occasione per prendersi la rivincita. Impossibile? Chissà...