Il moldavo, decine di reati e un cambio d’identità
Altro che incensurato. Il moldavo ucciso mentre tentava un furto nel capannone di Fredy Pacini era un latitante ed era un ladro professionista con un curriculum criminale di tutto rispetto: furti, in abitazioni e negozi, ricettazione, lesioni, danneggiamento. Era arrivato in Italia nel 2010 e giovanissimo si era subito specializzato nei furti. Il suo nome vero non è Vitalie Tonjoc, come risultava dal passaporto che aveva in tasca nel momento in cui è stato ucciso, ma Mircea Vitalie. A settembre era rientrato in Italia con un passporto in cui figurava il cognome della moglie, in Moldavia è possibile farlo. Un escamotage questo che gli consentiva di passare indenne ai controlli azzerando i precedenti. In realtà il giovane moldavo era colpito da un ordine di carcerazione arrivato da Milano per un cumulo di pene. I carabinieri della compagnia di Cortona, guidati dal capitano Monica Dallari, sono riusciti a dare un’identità all’uomo che sembrava senza passato grazie alle impronte digitali. Da lì è venuto fuori il colpo di scena. L’uomo, stando ai primi accertamenti, gravitava nell’Italia centro-settentrionale. Lì abitava anche una sorella che ieri è arrivata ad Arezzo per l’identificazione. Adesso per gli investigatori sarà più facile arrivare a dare un nome e cognome al complice che mercoledì all’alba è riuscito a scappare. Nella zona industriale di Monte San Savino, dove ha sede la ditta di Pacini, la mattina dopo è stata trovata un’auto danneggiata, come se qualcuno avesse provato a forzarla. Si sospetta che possa essere stato proprio il complice del moldavo. O i complici. Perché la certezza sul numero dei malviventi entrati in azione non c’è. Non si esclude che fuori dall’azienda ci fosse un palo che aspettava i due complici che quasi sicuramente dovevano fare razzia di biciclette preziose. Al momento gli investigatori stanno guardando tutte le telecamere, anche quelle dell’autostrada, per trovare una traccia utile. Mercoledì mattina il moldavo ucciso non aveva telefono cellulare ma i carabinieri attraverso le celle telefoniche stanno cercando di tracciare le presenze nella zona. Le biciclette di grosso valore sono particolarmente ambite dalle bande di ladri dell’Est Europa. La zona dell’Emilia Romagna è stata bersagliata proprio da ladri seriali di origine moldava che prendevano di mira capannoni isolati, in mezzo alla campagna.