Più case che abitanti «Effetto Airbnb su affitti e sfratti»
Tante case senza abitanti e tanti abitanti senza casa. Una situazione immobiliare paradossale, quella dipinta dalla ricerca «Percorsi abitativi per l’emancipazione», realizzata dalla Fondazione Michelucci in collaborazione con Fondazione CR Firenze. Secondo l’indagine, ammontano a poco più di 2 milioni gli immobili presenti nella nostra regione, un’offerta superiore del 22% rispetto al fabbisogno reale dei cittadini. Eppure, restano tanti gli inquilini sotto sfratto, quelli nelle strutture d’accoglienza comunali e quelli senza un tetto sotto cui vivere. Com’è possibile? Significa che ci sono molte case costruite ma invendute e che, soprattutto, ci sono molti proprietari di seconde case che però restano vuote oppure non affittate per scopi residenziali. Proprio come succede a Firenze, dove una fetta importante delle seconde proprietà vengono immesse nel circuito di affitti turistici Airbnb. Nel capoluogo toscano, per l’esattezza, si registra una disponibilità di 514.456 immobili residenziali a fronte di 451.407 nuclei familiari. Un’offerta superiore del 12% rispetto al fabbisogno, ma con un numero ingente di persone con disagio abitativo. Secondo i dati del sindacato inquilini Sunia, Firenze è la capitale italiana degli sfratti, una media di oltre cento sfratti al mese, soltanto nel 2017 sono state fatte 4.291 richieste di esecuzione. A pesare sugli sfratti fiorentini, come ribadito dall’indagine della Fondazione Michelucci, sono gli alti costi del mattone nel capoluogo toscano, lievitati vertiginosamente con il moltiplicarsi di alloggi Airbnb. I proprietari di appartamenti considerano l’affitto turistico più sicuro e remunerativo, può infatti fruttare fino a mille euro a settimana. In questo modo, si tolgono potenziali abitazioni ai residenti e, contemporaneamente, si fa lievitare il costo degli alloggi.