Cristiano e la sua tribù di cannibali Che non abbassa (più) la guardia
Allegri e la sua macchina perfetta: «Ma Firenze le partite non finiscono mai»
È formidabile e all’apparenza senza difetti. Come si può battere la Juventus, che sinora non ha mai perso e a Firenze giocherà per la tredicesima vittoria nelle prime quattordici partite? Ha l’attacco migliore e la difesa più solida e può contare sul fenomeno spaccapartite. Ronaldo ha migliorato, se possibile, una squadra che ha già messo in bacheca sette scudetti di fila e sembra avviata a vincere in surplace anche l’ottavo. I cannibali si sono presi 37 punti sui 39 disponibili. Da quando si gioca per i tre punti, nel lontano ’94, un dominio così non c’era mai stato. In trasferta le vittorie sono sei su sei, i gol fatti 13 e quelli subiti appena 4. Numeri che non autorizzano nessun tipo di ottimismo.
La domanda, al momento, non è se la Juve si cucirà lo scudetto sulla maglia, piuttosto quando lo farà. Sino adesso ha lasciato solo un pareggino al Genoa, in una giornata in cui ha abbassato la guardia e si è concessa una distrazione. Difficile immaginare che possa succedere oggi, all’inizio di un ciclo di ferro con Inter, il derby, la Roma e poi l’Atalanta. Però il calcio è bello proprio perché sfugge a qualsiasi regola, soprattutto in partite come questa in cui i sentimenti potrebbero ridurre il gap tecnico. Allegri lo sa bene e ha lanciato l’allarme: «A Firenze le partite non finiscono mai. La Fiorentina sarà spinta da una città intera e farà di tutto per batterci».
Il livornese Max sa cosa lo aspetta, ma anche cosa i suoi hanno da offrire: la serenità dei forti. Al di là delle qualità tecniche decisamente superiori alla media, tanto che per la prima volta da tanti anni i bianconeri sono nel ristretto gruppo delle favorite per la Champions, la Juventus ha lo spirito e la consapevolezza della grande squadra. Gioca s per vincere e non ha paura di niente. Come un grande guerriero.
Così si torna al quesito di partenza: come si batte la Regina? Di sicuro giocando corti e stretti e con una precisione tecnica che sino adesso alla Fiorentina è mancata. Forse, più semplicemente, con un pizzico di sana follia, cancellando la paura e le frustrazioni di queste settimane piene di pareggi. Ronaldo è la partita dentro la Partita. C’è chi sarà allo stadio solo per lui, per vedere da vicino il miglior giocatore (insieme a Messi) della sua generazione. Alla Viola ha già fatto due gol, ma anche per il portoghese le atmosfere del Franchi saranno una prima volta. Gli scudieri di Cristiano sono altrettanto temibili: Dybala ha qualità per rompere l’equilibrio in qualsiasi momento e Mandzukic forza e fisicità che nel calcio moderno spesso fanno la differenza. La difesa viola, il reparto sino adesso migliore, dovrà fare gli straordinari.
La Fiorentina oggi non sarà sola. Oltre alla spinta dei quarantamila del Franchi, conterà sull’appoggio silenzioso dell’altra faccia del campionato, cioè di quelle squadre che sperano senza dirlo, il Napoli più dell’Inter. Anche Ancelotti e Spalletti sono impegnati in partite complesse: Carletto lunedì sera a Bergamo, Luciano domenica sera all’Olimpico ritrova la Roma. I conti facciamoli dopo. La Fiorentina spera che i suoi tornino. Almeno un po’. Intanto sarà importante non scoraggiarsi alle prime difficoltà. E metterci l’anima. Dall’inizio alla fine. Il resto lo farà Firenze.
Numeri da paura
Trentasette punti su 39 disponibili, la domanda non è se vincerà lo scudetto ma quando. Un dominio così in serie A non c’era mai stato