L’Officina di Termini alla Galleria Vannucci
Durezza e poesia, narrazione e realtà convivono nell’arte di Giovanni Termini, pensata quasi sempre a partire dagli spazi in cui è chiamato a intervenire. È così anche nella personale È vietato eseguire i lavori prima di aver tolto la tensione, che si apre oggi (ore 18) alla galleria Vannucci di Pistoia. Come si intuisce dal titolo, ricavato da un’insegna appartenente al passato industriale della sede espositiva, il progetto evoca il vissuto del luogo. Il cartello è infatti una delle molte tracce che il gallerista ha voluto mantenere dell’attività delle officine elettromeccaniche e ferroviarie Storai, un tempo situate nel capannone oggi sede della Vannucci. «Le opere ruotano attorno all’idea del lavoro», spiega la curatrice, Silvia Evangelisti, che aggiunge: «Termini è solito lavorare con lo spazio fisico in cui la mostra è allestita, perciò le sue installazioni sono spesso non preparate in studio, bensì realizzate sul posto. E anche stavolta lo spazio, che in questo caso è molto connotato, è protagonista».
In mostra opere su carta, sculture e anche una sorta di officina dentro l’officina, ricreata attraverso una grande installazione realizzata con una copertura all’interno della galleria. La quotidianità industriale è rievocata da oggetti quali il nastro segnaletico bianco e rosso o il calendario con i turni, ma anche da forme e materiali, come in Spazio in solido, dove da una borsa da lavoro si staglia un corpo di cemento. «La sua è una ricerca dal richiamo concettuale — dice Evangelisti — ma al contempo fortemente fisica», dalla quale nascono oggetti «duri e poetici». Per la curatrice «i materiali così decontestualizzati divengono altro, dando origine a un gioco formale» al quale il pubblico, che li vede tutti i giorni senza mai osservarli, è chiamato a prendere parte. Ciò che è quotidiano e individuale è reso, spesso anche in chiave ironica, plurale.