Nardella: col decreto Salvini mille clandestini in più Le coop: non li cacceremo
Le associazioni a Salvini: «Non metteremo nessuno in strada». Premiato il sindaco di Riace
«Le porte di Firenze, per te, sono sempre aperte». Il sindaco Dario Nardella ha salutato così Domenico Lucano, il sindaco di Riace, modello di accoglienza e integrazione per decine di università che sono venute a studiare cosa ha fatto per i migranti nella cittadina calabrese, ora indagato dalla Procura di Locri.
Lucano ha ricevuto ieri il premio «Firenze per le Culture di Pace» (in cui è stato premiato anche il nostro collega Jacopo Storni), il suo intervento nell’Auditorium di Sant’Apollonia ha fatto scattare la standing ovation quando ha raccontato la storia, semplice, da cui è nato il «modello Riace». Ma da lui anche polemiche, contro l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti che aveva elogiato la sua esperienza («Mi lascia senza parole perché probabilmente gli accordi con i lager libici sono iniziati da quel governo») e contro quello di Matteo Salvini per il «decreto insicurezza» come lo definisce Lucano. Le stesse parole che ha usato Nardella: «Con queste nuove regole avremo migliaia di migranti richiedenti asilo che saranno posti fuori dai centri Cas e Sprar e messi in strada in condizioni sociali difficili».
Dalle Prefetture italiane stanno già arrivando decine di revoche di protezione umanitaria. La prefettura di Firenze, secondo indiscrezioni, sta volutamente ritardando queste revoche. «Non abbiamo ancora mandato le lettere di revoca ai gestori dell’accoglienza — confermano da Palazzo Medici Riccardi — Abbiamo avviato un tavolo interno di confronto per studiare quali e quante sono le persone che ricadono in questo tipo di provvedimenti di espulsione. Dopodiché vedremo il da farsi». Ma prima o poi, viste le nuove normative ministeriali, queste revoche dovranno arrivare. E le associazioni che gestiscono l’accoglienza si dicono pronte a «disobbedire», o meglio a tenere i migranti con protezione umanitaria nelle proprie strutture, a proprie spese.
Spiega Luigi Andreini di Progetto Accoglienza: «Dovremo pensare ad altre soluzioni per non lasciare in strada i migranti, è ipotizzabile che qualcuno possa restare nelle nostre strutture». Preoccupazione espressa anche dalla cooperativa Albatros: «Molti migranti rischiano di finire per strada». Perplessità anche nelle altre associazioni, dalla Caritas dicono che «sarà valutato caso per caso», mentre alla cooperativa «Il Cenacolo» ci sono già casi di migranti che hanno ricevuto revoche ma che, temporaneamente, restano nelle strutture a spese della cooperativa.