Livorno, i due litiganti E la Lega che se la gode
lo stesso simbolo a sostegno della candidata Marcella Amadio (Fratelli d’Italia, An, Udc, Lega presero tutti insieme un misero 4,64 per cento). Adesso le cose sono molto cambiate, tant’è che a Livorno la Lega potrebbe fare come a Pisa, che nel 2013 prese lo 0,35 per cento dei voti e alle ultime elezioni ha raggiunto il 25 per cento.
Basta farsi un giro in città quando la Lega organizza i suoi gazebo con distribuzione di spray al peperoncino alle donne (idea di Susanna Ceccardi) per capire cosa sta succedendo a Livorno, dove è stata appena inaugurata una sede del partito (l’obiettivo della sindaca di Cascina, su mandato di Salvini, è distribuirle in tutto il territorio per aumentare gli iscritti).
Cinque anni dopo insomma il Movimento Cinque Stelle si confronta con i limiti della propria classe dirigente e le mancanze amministrative di una città che resta, a quanto pare, insoddisfatta dalle scelte della giunta di Filippo Nogarin, che nei mesi scorsi aveva pure manifestato l’intenzione di non ricandidarsi (troppi processi) e adesso circola pure l’idea che il sindaco di Livorno possa presentarsi alle Europee di maggio.
E il centrosinistra? L’unico modo che ha per non arrivare terzo e tentare quindi il ballottaggio è essere unito. Per questo nei mesi scorsi il Pd a guida Rocco Garufo, eletto con un congresso unitario a settembre, ha provato a cercare un’interlocuzione con gli avversari storici, gli stessi che nel 2014 contribuirono alla vittoria del Movimento Cinque Stelle a Livorno, cioè Buongiorno Livorno, la lista di sinistra nata cinque anni fa in opposizione al centrosinistra. Alessio Ciampini, consigliere comunale del Pd, ha passato molto tempo ad incontrare esponenti e simpatizzanti dell’associazione, a organizzare manifestazioni politiche insieme. I buongiornisti però, giusto due giorni fa, inaugurando la nuova sede hanno detto «no, grazie». Nessuna alleanza con il Pd, hanno spiegato, non ci sono le condizioni minime.
Il Pd ha invece raccolto per ora l’apertura di Andrea Raspanti, ex candidato di Buongiorno Livorno da tempo uscito dalla lista e promotore di un suo gruppo consiliare, e la disponibilità al dialogo di Marco Cannito, che da anni ha una sua lista civica ambientalista.
Il Pd negli incontri con le forze politiche dell’opposizione ha detto di essere disponibile a non creare attriti sulla candidatura a sindaco, nel senso che se c’è un nome della società civile convincente allora i Democratici potrebbero anche fare un passo indietro. Per la sinistra non è stato evidentemente sufficiente come condizione, tali sono le incompatibilità fra Pd e Buongiorno Livorno. Il punto di caduta però è chiaro: così la Lega ha un vantaggio in più per vincere ed è interessante osservare come la sinistra livornese, pur di non perdere la sua purezza identitaria, sia disponibile a far vincere il partito di Matteo Salvini e Susanna Ceccardi.
«Penso sia un’occasione sprecata», dice Ciampini, visibilmente deluso per l’atteggiamento dei buongiornisti. «Hanno chiuso la discussione sui giornali quando non avevamo neanche iniziato a confrontarci sui temi. Mi pare mettano avanti dei preconcetti, ma se li avessi avuti io certo non avrei avviato un dialogo con chi quasi cinque anni fa ha contribuito alla nostra sconfitta. La politica si fa guardando avanti, non indietro».
Insomma, a Livorno è in corso una gara fra chi è più di sinistra. Come già avvenuto in altre occasioni — a Pisa il duello fra Pd e la sinistra movimentista di Ciccio Auletta ha senz’altro favorito la vittoria della Lega — tra i due litiganti, la Lega gode.
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Per capire cosa sta succedendo nella città conquistata nel 2014 dai 5 Stelle basta andare a uno dei gazebo organizzati dai leghisti Eppure la sinistra fa fatica a unirsi: pur di non perdere la sua purezza identitaria, sembra disponibile a far vincere Salvini