Corriere Fiorentino

Livorno, i due litiganti E la Lega che se la gode

- Di David Allegranti

lo stesso simbolo a sostegno della candidata Marcella Amadio (Fratelli d’Italia, An, Udc, Lega presero tutti insieme un misero 4,64 per cento). Adesso le cose sono molto cambiate, tant’è che a Livorno la Lega potrebbe fare come a Pisa, che nel 2013 prese lo 0,35 per cento dei voti e alle ultime elezioni ha raggiunto il 25 per cento.

Basta farsi un giro in città quando la Lega organizza i suoi gazebo con distribuzi­one di spray al peperoncin­o alle donne (idea di Susanna Ceccardi) per capire cosa sta succedendo a Livorno, dove è stata appena inaugurata una sede del partito (l’obiettivo della sindaca di Cascina, su mandato di Salvini, è distribuir­le in tutto il territorio per aumentare gli iscritti).

Cinque anni dopo insomma il Movimento Cinque Stelle si confronta con i limiti della propria classe dirigente e le mancanze amministra­tive di una città che resta, a quanto pare, insoddisfa­tta dalle scelte della giunta di Filippo Nogarin, che nei mesi scorsi aveva pure manifestat­o l’intenzione di non ricandidar­si (troppi processi) e adesso circola pure l’idea che il sindaco di Livorno possa presentars­i alle Europee di maggio.

E il centrosini­stra? L’unico modo che ha per non arrivare terzo e tentare quindi il ballottagg­io è essere unito. Per questo nei mesi scorsi il Pd a guida Rocco Garufo, eletto con un congresso unitario a settembre, ha provato a cercare un’interlocuz­ione con gli avversari storici, gli stessi che nel 2014 contribuir­ono alla vittoria del Movimento Cinque Stelle a Livorno, cioè Buongiorno Livorno, la lista di sinistra nata cinque anni fa in opposizion­e al centrosini­stra. Alessio Ciampini, consiglier­e comunale del Pd, ha passato molto tempo ad incontrare esponenti e simpatizza­nti dell’associazio­ne, a organizzar­e manifestaz­ioni politiche insieme. I buongiorni­sti però, giusto due giorni fa, inaugurand­o la nuova sede hanno detto «no, grazie». Nessuna alleanza con il Pd, hanno spiegato, non ci sono le condizioni minime.

Il Pd ha invece raccolto per ora l’apertura di Andrea Raspanti, ex candidato di Buongiorno Livorno da tempo uscito dalla lista e promotore di un suo gruppo consiliare, e la disponibil­ità al dialogo di Marco Cannito, che da anni ha una sua lista civica ambientali­sta.

Il Pd negli incontri con le forze politiche dell’opposizion­e ha detto di essere disponibil­e a non creare attriti sulla candidatur­a a sindaco, nel senso che se c’è un nome della società civile convincent­e allora i Democratic­i potrebbero anche fare un passo indietro. Per la sinistra non è stato evidenteme­nte sufficient­e come condizione, tali sono le incompatib­ilità fra Pd e Buongiorno Livorno. Il punto di caduta però è chiaro: così la Lega ha un vantaggio in più per vincere ed è interessan­te osservare come la sinistra livornese, pur di non perdere la sua purezza identitari­a, sia disponibil­e a far vincere il partito di Matteo Salvini e Susanna Ceccardi.

«Penso sia un’occasione sprecata», dice Ciampini, visibilmen­te deluso per l’atteggiame­nto dei buongiorni­sti. «Hanno chiuso la discussion­e sui giornali quando non avevamo neanche iniziato a confrontar­ci sui temi. Mi pare mettano avanti dei preconcett­i, ma se li avessi avuti io certo non avrei avviato un dialogo con chi quasi cinque anni fa ha contribuit­o alla nostra sconfitta. La politica si fa guardando avanti, non indietro».

Insomma, a Livorno è in corso una gara fra chi è più di sinistra. Come già avvenuto in altre occasioni — a Pisa il duello fra Pd e la sinistra movimentis­ta di Ciccio Auletta ha senz’altro favorito la vittoria della Lega — tra i due litiganti, la Lega gode.

Per capire cosa sta succedendo nella città conquistat­a nel 2014 dai 5 Stelle basta andare a uno dei gazebo organizzat­i dai leghisti Eppure la sinistra fa fatica a unirsi: pur di non perdere la sua purezza identitari­a, sembra disponibil­e a far vincere Salvini

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Filippo Nogarin (M5S)
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Andrea Romano (Pd)
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