Corriere Fiorentino

Un giubbotto, l’auto: caccia al complice del moldavo

Analisi su un’Audi e un indumento ritrovato nei campi, nuova ispezione nell’officina di Pacini

- Simone Innocenti

Il MONTE SAN SAVINO (AREZZO) giubbotto del complice, quello che è riuscito a scappare per i campi mentre Mircea Vitalie è rimasto a terra, privo di vita, durante un tentativo di furto in piena notte nell’azienda di Fredy Pacini, che gli ha sparato. Il capo di vestiario è stato sequestrat­o dai carabinier­i nei campi attorno al negozio-officina ed è stato sequestrat­o: spedito nei laboratori del Racis di Roma, l’indumento — con un pizzico di fortuna — potrebbe appartener­e al complice che quella notte era in compagnia col moldavo di 29 anni. Per riuscire a risalire alle impronte però ci vorranno giorni. Gli inquirenti stanno lavorando anche sull’Audi sequestrat­a, che è considerat­a l’auto che doveva servire a scappare. L’auto è stata trovata dai militari: le chiavi erano dentro il mezzo perché — hanno ricostruit­o gli inquirenti — il proprietar­io se le era scordate.

In queste ore i carabinier­i del Comando provincial­e aretino, coordinati dal procurator­e Roberto Rossi e dal sostituto Andrea Claudiani, stanno lavorando sui precedenti di polizia del moldavo, con numerosi precedenti per furti in Italia e sul quale gravava un’ordine di carcerazio­ne della procura di Milano. Si sta cercando di «mappare» quali siano stati in passato i suoi contatti, anche nel centro Italia. E si sta cercando di risalire a qualche utenza telefonica da lui usata per cercare qualche indizio. Un lavoro lungo. È chiaro che il colpo, andato a vuoto, doveva essere compiuto non da qualche sprovvedut­o. Ma da una «banda» di ladri specializz­ati in furti, come appunto emerge dal profilo della vittima.

Intanto, dopo le oltre 1.500 persone che hanno partecipat­o alla fiaccolata promossa in sostegno di Fredy Pacini, il commercian­te che ha sparato e ucciso un 29enne durante un tentativo di furto nella sua ditta nella notte del 28 novembre, la raccolta fondi per l’uomo va avanti. Il commercian­te, stando a quanto riportato ieri dal Tg3 della Toscana, è andato fuori casa assieme alla sua famiglia. L’uomo, venerdì scorso, è crollato e si è messo a piangere di fronte ai magistrati ma ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il giovane è morto per una emorragia interna al basso ventre causata da un proiettile entrato nella parte alta della coscia. Ma la Procura ha disposto altri accertamen­ti e i periti si sono presi 60 giorni di tempo per rispondere: una volta che gli interrogat­ivi sulla traiettori­a del proiettile saranno chiariti, Pacini sarà nuovamente convocato in Procura. Al momento resta indagato a piede libero con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Ieri nuova ispezione dei carabinier­i nell’officina che era già stata sequestrat­a: sarebbero stati trovati «graffi», forse di proiettili.

La dinamica

Nel sopralluog­o dei carabinier­i sarebbero stati trovati dei graffi all’interno del capannone Forse causati dai proiettili

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Fredy Pacini
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Mircea Vitalie

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