Dopo 33 anni trovato un proiettile nel cuscino della coppia francese
Ritrovato a 33 anni di distanza dal delitto degli Scopeti. Ma la Procura valuta l’archiviazione
Spunta un nuovo proiettile, trentatré anni dopo l’ultimo omicidio attribuito al mostro di Firenze. I carabinieri del Ros hanno scoperto l’ogiva in un cuscino, avvolto nella tenda da campeggio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, la coppia di giovani francesi uccisi a Scopeti, la notte tra il 7 e l’8 settembre 1985. E ora una perizia balistica dirà se è partita dalla famosa Beretta calibro 22 che ha firmato una catena di delitti rimasti irrisolti o da un’altra pistola.
L’ipotesi di una seconda arma non è mai del tutto stata esclusa nelle indagini sugli otto duplici omicidi. A darne notizia è il quotidiano La Nazione. Il bossolo era conficcato in un guanciale, rimasto conservato nell’ufficio dei reperti della Procura fiorentina. Così, per decenni, è stato ignorato e mai refertato dagli investigatori.
Ora si attendono i risultati delle analisi e poi si capirà in che direzione procederà l’indagine che, a meno di colpi di scena, sembra destinata all’archiviazione.
La Procura, oltre un anno fa aveva iscritto sul registro degli indagati l’ex legionario Giampiero Vigilanti 86 anni e un ex dentista di 87, con l’accusa di concorso in plurimo omicidio volontario.
È un altro capitolo dell’interminabile inchiesta sul mostro di Firenze, partita nel 1968 con l’omicidio a Castelletti di Signa, dove furono uccisi Barbara Lotti e Antonino Lo Bianco. Inchieste aperte, archiviate e ancora ripartite. Oltre un anno fa, dopo un esposto presentato dalla famiglia della donna francese, gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Luca Turco, avevano rimesso mano ai reperti sopravvissuti. I bossoli ritrovati sul luogo dei delitti erano stati sottoposti a un esame di comparazione per capire se provenivano dalla stessa pistola. Un riscontro capillare mai fatto prima: fino ad allora era stato eseguito solo un controllo a campione. E necessario per avere finalmente la certezza che a sparare fosse stata sempre la Beretta calibro 22. «Non meno di quattro o cinque anni fa sostenni che mancava un proiettile sulla scena del crimine e che poteva essere nel cuscino della tenda della coppia delle vittime», spiega Edoardo Franchi, medico legale e consulente dell’avvocato Vieri Adriani, legale delle famiglie di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili. «Feci una ricostruzione a posteriore sulla base dei reperti autoptici, facendo un rilievo sul posto, esaminando le fotografie e i verbali del sopralluogo delle forze dell’ordine. Incrociando questi elementi e ricreando una scena virtuale del delitto arrivai alla ricostruzione che mancava un proiettile e poteva essere nel cuscino all’interno della tenda. All’epoca, — ricorda Franchi — l’avvocato Adriani fece istanza alla Procura di accedere alla tenda, conservata nell’istituto di medicina legale di Firenze, di visionare questo materiale e cercare il proiettile, ma ebbe risposta negativa».
Ora l’attenzione è puntata su quell’ogiva. La Procura conferma il ritrovamento ma tace sull’esito degli accertamenti.
Il dubbio
L’ogiva era all’interno del guanciale avvolto nella tenda da campeggio Disposta la perizia: è della Beretta calibro 22 o di un’altra pistola?