IL CATALOGO INCOMPLETO
È stata la domenica delle lettere di Matteo Salvini. A pioggia, il leader della Lega e vice primo ministro, si è rivolto a giornali del Nord, del Centro e del Sud per fare un bilancio dei suoi primi sei mesi al governo e per assicurare sulle sue intenzioni.
Di Firenze e della Toscana ha parlato nella lettera pubblicata da La Nazione e dal Tirreno. «Dalle parole ai fatti», scrive Salvini, lasciando al centro la questione della sicurezza che lui continua a sovrapporre all’immigrazione. E così, nell’ordine: 1) rivendica il merito di aver ridotto gli sbarchi dell’80%, appuntandosi anche meriti dell’ex ministro Minniti; 2) ribadisce i tagli ai costi dell’accoglienza, «stroncando il business di chi lucrava sui flussi incontrollati», ma non dice una parola sugli effetti del suo decreto che trasforma gli «accolti» in clandestini che nessuno riuscirà a rimpatriare; 3) annuncia che i «Comuni virtuosi» potranno assumere agenti di polizia locale (ma con quali fondi? E a scapito di quali servizi?); 4) che saranno messe a disposizione nuove risorse per la videosorveglianza; 5) che sarà esteso il Daspo urbano (che però ha dato finora esiti del tutto marginali) e che sarà possibile allontanare dai locali pubblici «facinorosi e spacciatori» (ma finora erano attività lecite?); 6) che nella lotta al degrado adesso si potranno accelerare gli sgomberi e colpire l’accattonaggio molesto. Infine 7) conferma che presto arriveranno 128 poliziotti, oltre a 207 carabinieri. In tutta la Toscana, però, anche se Salvini aggiunge: «Il sindaco Nardella mi rimprovera perché ne avrebbe voluti di più: lavoro per accontentarlo». Una battuta che nasconde un problema serio: come dimostra anche la lettera dei sindaci della Valdichiana, colpiti dal caso di Monte San Savino, la voglia di sicurezza c’è, e parecchio, anche in Toscana, ma dopo averne fatto la bandiera della sua presenza al governo ora Salvini deve dare risposte concrete e convincenti. Solidarizzare con il commerciante che ha sparato al ladro va bene, però ora c’è da garantire un territorio. Non basterà qualche agente in più. E la soluzione non potrà certo consistere in appelli a dotarsi di armi private, o del peperoncino caro alla sindaca di Cascina. Sicurezza, sicurezza... Solo poche righe, invece, sul resto. Salvini assicura «passi avanti sulla flat tax», ma per le partite Iva, la revisione del codice degli appalti, il raddoppio della detraibilità dell’Imu sui capannoni e la diminuzione dei contributi Inail per le imprese..
E gli investimenti sulle grandi opere che la Toscana aspetta da anni? E la Tirrenica? E il raddoppio della ferrovia Firenze-Pistoia-Lucca-Viareggio? E il piano aeroporti? E la nuova pista di Peretola? Com’è che in Toscana la Lega assume sempre più le sembianze dei Cinque Stelle? Anche Salvini deve evidentemente tener conto delle due anime della Lega in Toscana, ora che Susanna Ceccardi ha sciaguratamente ritirato fuori dal baule la bandiera di Pisa contro Firenze. Eppure solo qualche giorno fa, incontrando i rappresentanti delle categorie, il sottosegretario leghista Armando Siri aveva detto chiaro e tondo che il Carroccio non ostacolerà il potenziamento del Vespucci, facendosi applaudire anche dal presidente di Toscana Aeroporti Marco Carrai. Una scelta si imporrà, prima o poi, e sarebbe meglio che arrivasse prima delle prossime elezioni. «Non dimentico Firenze e la Toscana», scrive Salvini. Sì, ma per farne che cosa?