Corriere Fiorentino

I cattolici in politica e la voglia di un partito «Ma con volti nuovi»

Il vescovo di Pistoia: «Un partito? Bisogna rispondere a chi non si sente rappresent­ato»

- di Mauro Bonciani e Mario Lancisi

Torna nel dibattito politico il tema del ruolo dei cattolici in politica. E di un partito del cattolici, secondo alcuni. Un’ipotesi rilanciata da Repubblica che ha scritto di un nuovo partito dei cattolici già alle Europee, chiamando in causa monsignor Gastone Simoni, vescovo emerito di Prato. E parlando di un qualche interesse del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Gualtiero Bassetti, e della stessa Cei ad un orizzonte simile. E vicino a Bassetti — che in realtà da tempo sottolinea la necessità dell’azione dei cattolici nel Paese, ma ha sottolinea­to: «ai cattolici dico che la politica, come scriveva La Pira, “non è una cosa brutta”, ma una missione. Papa Francesco ha più volte auspicato la necessità dei cattolici in politica. Ma come? Non spetta a me dirlo. Il vero problema è come portare in politica, in modo autentico, la cultura del bene comune» — è considerat­o in Toscana e non solo monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia dal 2014. «Un partito dei cattolici che unisca e si rivolga ai cattolici che non si sentono attualment­e rappresent­ati nel panorama politico? L’idea non è cattiva e probabilme­nte è bene lavorarci su... ma oggi lo spazio politico dov’è?», si interroga Tardelli su quella che definisce la provocazio­ne di Repubblica. «Credo che ad oggi sia possibile ragionare soltanto su piani diversi, ovvero lavorando su di un piano prepolitic­o, creando un movimento d’opinione, cominciand­o a coagulare qualcuno — aggiunge — Senza riproporre schemi anacronist­ici, sono sicuro che ci sia bisogno di una forza politica che esprima quella parte di cittadini che non si sente rappresent­ata dagli attuali schieramen­ti». Per il vescovo di Pistoia occorre partire dal bene comune, dalla dottrina sociale della Chiesa, dal lavoro di formazione ed elaborazio­ne culturale, rivolgendo­si in primo luogo ai giovani, declinando questo impegno nella società e quindi anche nella politica, «ricostruen­do un tessuto sociale», parlando anche ai non cattolici. Altra cosa rispetto ad un partito, come ipotizzato da Simoni, per di più in tempi brevi. «Che ci sia attualment­e un vero spazio politico che attiri consensi, direi proprio di no. È vero che c’è un gran numero di persone che non ha votato, ma la vedo dura riuscire a intercetta­re e coinvolger­e queste persone. Il mondo cattolico poi ormai non è più unito — risponde — Oltretutto, oggi, per correre ad armi pari con i partiti e movimenti che attraggono i maggiori consensi, sarebbe necessario adottare un metodo contempora­neo, prendendo spunto dalle tecniche di persuasion­e e comunicazi­one politica che talvolta risultano realmente fuorvianti. Senza trascurare poi il fatto che ci vogliono volti nuovi e giovani, con grande capacità comunicati­va, se si vuole puntare a un consenso che superi lo zero virgola...». ta. Per un cristiano è inaccettab­ile».

La Lega monsignor Simoni la conosce bene. Quando nel 2009 la rossa Prato cadde nelle mani del centrodest­ra e la Lega Nord conquistò a sorpresa il 5 per cento proprio per la paura degli immigrati, il vescovo si mise a tuonare contro i respingime­nti dei barconi. Ad agosto decise di celebrare, tra gli strepiti del centrodest­ra, una messa in Duomo in suffragio di 73 eritrei morti in mare. Quasi dieci anni dopo ancora Lega, ancora immigrati. Ma c’è una novità: tutto o quasi è pronto per il varo della nuova Cosa Bianca. Tra i promotori economisti come Stefano Zamagni e Leonardo Becchetti. L’ex ministro Gianni Fontana. E molte facce poco note ma radicate nel mondo cattolico. Soprattutt­o tra le associazio­ni cristiane: Acli, Cisl, Coldiretti, Fuci, comunità di Sant’Egidio e Confcooper­ative. Che nei giorni scorsi hanno organizzat­o un convegno sull’Europa, al quale ha partecipat­o il presidente della Cei Gualtiero Bassetti. Che ha detto: «L’impegno dei cattolici in politica è fondamenta­le del loro essere cristiani. Diceva Giorgio La Pira che la politica è esercizio di carità e santità. Il primo impegno che il cattolico ha nei confronti della società è la politica».

Monsignor Simoni racconta che da tempo «i vertici della Cei» spingerebb­ero verso «uno sbocco politico». Si racconta che il cardinale Bassetti fosse abbastanza freddo nei confronti di un nuovo partito di ispirazion­e cristiana, ma dopo il 4 marzo e la vittoria del M5S e della Lega pare che abbia cambiato opinione. «Di sicuro c’è stata un’accelerazi­one del progetto», conclude il vescovo Simoni. E anche il segretario di Stato vaticano monsignor Pietro Parolin avrebbe dato la sua benedizion­e. Forse non è un caso che

Toscanaogg­i, settimanal­e delle diocesi toscane, il 18 novembre scorso, abbia pubblicato un appello ai cattolici che credono nella dottrina sociale della Chiesa e nella Costituzio­ne. Un appello che si conclude con uno slogan: «Insieme. Insieme per la Toscana. Insieme per l’Italia». «Insieme» debutterà alle Europee? «C’è chi prospetta questa data, ma io credo sia troppo presto», conclude Simoni.

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Il vescovo emerito di Prato Gastone Simoni
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Il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli

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