Massa, il procuratore zittisce le proteste del vescovo
Giubilaro replica alle accuse di Santucci sul caso «don Euro»: auspicabile e saggio il silenzio
Un botta e risposta dai toni altissimi quello tra il vescovo e la Procura di Massa. Al centro c’è ancora il caso di «don Euro». Qualche giorno fa monsignor Giovanni Santucci — finito nell’inchiesta e poi uscito — si era detto «deluso» dall’atteggiamento della magistratura nei suo confronti, accusando poi la Procura di aver contribuito «ad allestire nei suoi confronti una vera e propria macchina del fango».
La risposta del procuratore capo Aldo Giubilaro non si è fatta attendere. La Procura è «colpevole non di altro che di essersi attenuta alle regole di legge e di essersi adoperata per informare sul reale, limitato ruolo di monsignor Santucci. Quella Procura nei cui confronti sarebbe stato perciò auspicabile quantomeno un prudente, saggio silenzio».
La vicenda ruota attorno all’inchiesta sull’ex parroco Luca Morini, soprannominato «don Euro» dai fedeli perché avrebbe utilizzato elemosine e donazioni a scopi personali, da incontri con escort a cene di lusso. Gli accertamenti della Procura di Massa avevano portato anche al coinvolgimento del vescovo Santucci, rinviato a giudizio per tentata truffa e appropriazione indebita, poi prosciolto dal tribunale per mancanza di querela il 28 novembre. A seguito di ciò monsignor Santucci aveva diffuso una nota spiegando tra l’altro di provare «un sentimento di delusione nei confronti della Procura» dal momento che da 3 anni «la mia persona e il mio ruolo ecclesiale sono stati senza alcun ragionevole motivo infangati e dati in pasto» ad alcuni giornali, televisioni e social network.
Ieri il procuratore Giubilaro gli ha espresso «la più convinta solidarietà umana» al vescovo Santucci ma ha precisato che si è trattato di una vicenda «rilevante interesse per l’opinione pubblica». E che questo «rilievo» deve essere «ravvisato prima ancora che nel procedimento penale, nella mancanza di provvedimenti da parte delle gerarchie della Chiesa nei confronti del Morini; provvedimenti che avrebbero impedito che la prosecuzione delle condotte improprie del sacerdote, note da anni».
Per poi concludere: il tribunale «non ha sentenziato l’assoluzione nel merito» del monsignore «ma soltanto deliberato di non doversi procedere per mancanza di querela».
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Il monsignore
La mia persona e il mio ruolo sono stati senza alcun ragionevole motivo dati in pasto e infangati