Corriere Fiorentino

Tiina come Marina, 12 giorni a digiuno

A Palazzo Strozzi ricreata la casetta dove la performer vivrà davanti agli occhi dei visitatori

- Chiara Dino

Come se la caverà da oggi e fino al 16 dicembre Tiina Pauliina Lehtimaki nell’indossare i panni di Marina Abramovic per la performanc­e più impegnativ­a della mostra in corso a Palazzo Strozzi, è presto per dirlo. Stasera alle 18,30 inizia il suo digiuno e la sua vita per 12 giorni en plein air, non nel senso che la vedremo per strada, ma in quello, ugualmente stressante, che prevede la sua esibizione davanti agli occhi dei visitatori della mostra The Cleaner che già ora hanno toccato quota 100 mila. La performanc­e che va a cominciare stasera, la più attesa, s’intitola The House with the Ocean View, ed è quella stessa tenuta da «Marina — ricorda il direttore di Palazzo Strozzi Arturo Galansino — alla Sean Kelly Gallery di New York nel 2002». E che qui, come accade per quelle altre già in corso nella grande retrospett­iva che Firenze dedica all’artista serba — da Imponderab­ilia,a Freeing Series — sarà interpreta­ta in nome e per conto di Marina da un’altra persona, anche lei una donna, ma rispetto all’Abramovic decisament­e più giovane: ha 30 anni la finlandese Tiina Pauliina Lehtimaki. Ovvio dunque che la sua azione scenica a Palazzo Strozzi sarà una cosa del tutto diversa rispetto a quella della sua ideatrice. Cosa che la stessa Tiina ci conferma quando le chiediamo come si è preparata e cosa le ha consigliat­o Marina Abramovic prima di lanciarla nell’arena. Lei, occhio azzurro, sorriso svagato e persistent­e, faccia d’angelo risponde aprendo già un varco all’esegesi di The House with the Ocean View: «Non mi ha detto nulla, mia ha solo consigliat­o di vivere l’esperienza». Perché è questa la ragione stessa della performanc­e, mettere in scena un’esperienza che come tale non è programmab­ile e schedulabi­le in ogni suo aspetto. Perché come tale avviene una sola volta nel tempo e dunque non è replicabil­e al 100 per cento, perché porta in scena quel dato corpo, la sua reazione a quel dato contesto e a date regole in termini di tenuta, creazione di un campo energetico e ricaduta psicologic­a, tanto su chi fa la performanc­e quanto sullo spettatore. Detto così sembrerebb­e che non ci sia null’altro da aggiungere e invece è importante conoscere una serie di cose prima di andare a toccare con mano — forse meglio dopo i primi giorni — cosa accade nella sala di The House with the Ocean View: entrando alla vostra destra vedrete una casa in miniatura sollevata dal piano di calpestio della stanza mediante delle scale i cui pioli sono lame di coltelli. Si tratta di una casa divisa in tre ambienti aperti tutti allo sguardo dei visitatori. Qui dentro la giovane Tiina vivrà per 12 giorni di fila senza mangiare — può solo bere acqua minerale — senza parlare, senza leggere o scrivere. Potrà ogni tanto solo cantare, si cambierà d’abito ogni giorno (lunedì sarà in blu, martedì in rosso, mercoledì in verde, giovedì in giallo, venerdì in bianco, sabato in viola, domenica in arancione). Per il resto userà il bagno, farà la doccia, vivrà sotto gli occhi morbosamen­te curiosi di chi le starà davanti. «Certo non di notte — ha precisato Arturo Galansino — Anche per questa performanc­e gli orari saranno gli stessi».

Regole comunque dure, a cui lei racconta di essersi preparata da tempo: «Da un paio di anni studio il metodo Abramovic — racconta — pratico yoga e meditazion­e, come anche Marina da tempo. E poi sarà quel che sarà».

Il momento più duro pare che arriverà dopo la prima settimana. Sette giorni di digiuno, silenzio, totale assenza di privacy. Con la prospettiv­a di doverne affrontare altri cinque.

Regole ferree

Potrà bere solo acqua, non potrà parlare e si farà la doccia senza alcuna privacy

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Marina Abramovic nel 2002 alla Sean Kelly Gallery di New York e Tiina Pauliina Lehtimaki a Palazzo Strozzi
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