E al Meyer una bambina gli chiede di firmare la copia della Costituzione
La commozione del Capo dello Stato quando una bambina, gravemente malata, gli ha teso la Costituzione ed una penna per avere il suo autografo; la tenerezza del corazziere verso il piccolo che ha superato gli sbarramenti per guardarlo da vicino, meravigliato; le lacrime trattenute a stento dal direttore generale dell’ospedalino quando nel discorso di saluto a Sergio Mattarella ha ricordato: «Il Meyer per me significa tante cose: anche il giorno in cui sono diventato “adulto”. Avevo cinque anni e i miei genitori mi dissero che mia sorella, di tre anni più grandi, dal Meyer era salita al cielo per un tumore al fegato».
La visita del presidente della Repubblica all’ospedale pediatrico Meyer è stata molto più di un evento (unico precedente, Sandro Pertini, nel 1984): è stato un abbraccio collettivo, a cui il Presidente, mai così paterno e cordiale, non si è sottratto e si è dato con generosità, rimanendo sulla collina di Careggi più del tempo previsto dal rigido cerimoniale. Accompagnato dalla figlia Laura, ha regalato sorrisi, stretto mani, ascoltato, interessandosi ad ogni aspetto della cura e del percorso di accompagnamento di bambini e genitori. Il Capo dello Stato è arrivato all’ospedale pediatrico alle 14.45, accolto dal direttore generale Alberto Zanobini, accompagnato dal sindaco Dario Nardella, dal presidente della Regione, Enrico Rossi, dal rettore dell’Ateneo, Luigi Dei, dal cardinale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, ma già alle 14 alcuni bambini si aggiravano con il tricolore in mano.
Nel suo giro, durato un’ora, il presidente Mattarella ha visitato i laboratori di analisi e ricerca — «ha sottolineato positivamente la presenza di tanti giovani ricercatori», racconta Zanobini —, la scuola e la ludoteca, dove ha parlato diffusamente con le maestre e i bambini, ricevendo da questi disegni in dono; quindi ha percorso alcuni reparti di degenza e infine ha visto il plastico con il Meyer come sarà nel 2021, inaugurato proprio ieri. Lungo il tragitto ha salutato tutti i bambini, genitori ed operatori sanitari che poteva, ha posato volentieri per i selfie coi piccoli malati, ed alla bambina che gli ha chiesto l’autografo sulla Carta ed ai suoi familiari ha augurato la pronta guarigione. «Il Capo dello Stato si è trattenuto a lungo con i piccoli pazienti, molti dei quali lo hanno accolto sventolando il tricolore, con le loro famiglie, i nostri dottori e ricercatori — dice Zanobini — ha apprezzato regali che alcuni bambini gli hanno fatto e anche nei reparti sterili, dove non si può entrare, ha voluto salutare i pazienti che potevano attendere sulla soglia e si è quasi commosso». «È stato davvero bello — dice Enrico Rossi — dieci anni fa feci il trasferimento dell’ospedalino come assessore alla sanità, adesso lo abbiamo celebrato con il Presidente della Repubblica».
Nella Hall Serra Mattarella si è fermato per un saluto agli operatori del Meyer e alle famiglie dei malati, dopo aver ascoltato le parole di Zanobini che ha sottolineato il legame tra l’ospedalino e la città, anche nelle sue tragedie, come la seconda guerra mondiale e l’alluvione del 1966, quando in entrambi e casi la vecchia sede in via Giordano fu danneggiata gravemente.
«Vi ringrazio per il vostro calore e sono felice di essere qui, ricambiando la visita che una delegazione del Meyer ha fatto al Quirinale e che mi ha molto coinvolto: volevo essere qui per rendevi omaggio — ha detto Mattarella, nel suo breve saluto — qui ci si sente in una comunità, con il bambino al centro. L’ospedale è davvero un punto di riferimento, di eccellenza, nazionale e internazionale. A tutti voi auguri affettuosi». E poi, informato che un tredicenne, investito in viale Morgagni da una moto delle forze dell’ordine che precedevano il corteo presidenziale, che sembra sia passata con il semaforo verde, era stato ricoverato al Meyer col femore rotto, ha voluto andare a visitarlo. Invitandolo al Quirinale e assicurandogli che in quell’occasione gli firmerà il gesso.
Incidente
Tredici anni, investito dalla moto della polizia: la visita del Presidente e l’invito al Quirinale