«Via gli studenti dal centro autogestito La Polveriera»
Regione e Ateneo preparano lo sgombero in Sant’Apollonia, l’appello degli intellettuali
Il centro studentesco autogestito La Polveriera a Sant’Apollonia sembra a fine corsa: Regione e Università stanno preparando lo sgombero. I punti di vista confliggono: «Sono spazi occupati da recuperare, e poi è pieno di spaccio e microcriminalità» dicono dall’Azienda per il diritto allo studio. «Ci avevano promesso che sarebbero rimasti a disposizione degli studenti e su spaccio e microcriminalità è il contrario: noi siamo un argine e se ci mandate via peggioreranno» rispondono i ragazzi.
Dopo quattro anni e mezzo di attività, incontri letterari, attività cinematografiche, teatrali e di danza, dibattiti, e l’annuale Festival di letteratura, il centro studentesco La Polveriera ospitato in via San Gallo ha saputo ieri di avere i giorni contati. Il cda dell’Azienda per il Diritto allo Studio ha approvato una mozione per lo sgombero, con il solo voto contrario delle rappresentanze studentesche e — lamentano gli studenti — «senza preavviso». La Polveriera è uno spazio di autogestione «occupato e finora tollerato» come lo definisce il presidente dell’Ardsu, Marco Moretti. «Sapevamo da anni che sarebbe finita così».
L’input per accelerare le procedure è arrivato dall’assessorato alla cultura della Regione presieduto da Monica Barni: «Negli ultimi anni la situazione si è molto degradata in termini di ordine pubblico — spiega Moretti — progressivamente è andata sempre peggio. E poi il piano regionale di recupero degli ambienti ha visto ora l’avvio delle procedure di bando per l’aggiudicazione dei lavori. Finora mancavano i finanziamenti ma il percorso era stato predisposto da anni».
Gli studenti che a centinaia ogni settimana frequentano La Polveriera sono allarmati e si stanno organizzando per tentare di evitare la fine del loro progetto sociale: «Sapevamo di essere temporanei, ma il progetto originario della Regione e dell’Università prevedeva di destinare comunque quello spazio ad attività studentesche — ribatte Andrea Simoncini, studente di Lettere e membro dell’assemblea di autogestione — Le carte in tavola sono cambiate con l’arrivo di Monica Barni all’assessorato, vuole farci degli uffici. Chiediamo prima possibile un tavolo di incontro con lei e l’Ardsu. Spaccio e microcriminalità ci sono ma in strada, non da noi: anzi, il nostro è l’unico presidio e argine a tutto ciò.». Per questo hanno lanciato un appello: «Tutta l’area corre il rischio di piegarsi sempre di più alle esigenze del turismo di massa e sempre meno a quelle di chi la abita»scrivono nella nota che ha subito richiamato adesioni da un nutrito gruppo di scrittori, intellettuali e associazioni tra i quali Francesco Ammannati, Simona Baldanzi, edizioni Effequ, Firenze RiVista, Alessandro Raveggi, Edoardo Rialti, Vanni Santoni, Street Book Magazine e altri.
L’Ardsu
Sono spazi da recuperare e finora abbiamo tollerato: ma c’è solo spaccio e criminalità