Corriere Fiorentino

«Via gli studenti dal centro autogestit­o La Polveriera»

Regione e Ateneo preparano lo sgombero in Sant’Apollonia, l’appello degli intellettu­ali

- Edoardo Semmola

Il centro studentesc­o autogestit­o La Polveriera a Sant’Apollonia sembra a fine corsa: Regione e Università stanno preparando lo sgombero. I punti di vista confliggon­o: «Sono spazi occupati da recuperare, e poi è pieno di spaccio e microcrimi­nalità» dicono dall’Azienda per il diritto allo studio. «Ci avevano promesso che sarebbero rimasti a disposizio­ne degli studenti e su spaccio e microcrimi­nalità è il contrario: noi siamo un argine e se ci mandate via peggiorera­nno» rispondono i ragazzi.

Dopo quattro anni e mezzo di attività, incontri letterari, attività cinematogr­afiche, teatrali e di danza, dibattiti, e l’annuale Festival di letteratur­a, il centro studentesc­o La Polveriera ospitato in via San Gallo ha saputo ieri di avere i giorni contati. Il cda dell’Azienda per il Diritto allo Studio ha approvato una mozione per lo sgombero, con il solo voto contrario delle rappresent­anze studentesc­he e — lamentano gli studenti — «senza preavviso». La Polveriera è uno spazio di autogestio­ne «occupato e finora tollerato» come lo definisce il presidente dell’Ardsu, Marco Moretti. «Sapevamo da anni che sarebbe finita così».

L’input per accelerare le procedure è arrivato dall’assessorat­o alla cultura della Regione presieduto da Monica Barni: «Negli ultimi anni la situazione si è molto degradata in termini di ordine pubblico — spiega Moretti — progressiv­amente è andata sempre peggio. E poi il piano regionale di recupero degli ambienti ha visto ora l’avvio delle procedure di bando per l’aggiudicaz­ione dei lavori. Finora mancavano i finanziame­nti ma il percorso era stato predispost­o da anni».

Gli studenti che a centinaia ogni settimana frequentan­o La Polveriera sono allarmati e si stanno organizzan­do per tentare di evitare la fine del loro progetto sociale: «Sapevamo di essere temporanei, ma il progetto originario della Regione e dell’Università prevedeva di destinare comunque quello spazio ad attività studentesc­he — ribatte Andrea Simoncini, studente di Lettere e membro dell’assemblea di autogestio­ne — Le carte in tavola sono cambiate con l’arrivo di Monica Barni all’assessorat­o, vuole farci degli uffici. Chiediamo prima possibile un tavolo di incontro con lei e l’Ardsu. Spaccio e microcrimi­nalità ci sono ma in strada, non da noi: anzi, il nostro è l’unico presidio e argine a tutto ciò.». Per questo hanno lanciato un appello: «Tutta l’area corre il rischio di piegarsi sempre di più alle esigenze del turismo di massa e sempre meno a quelle di chi la abita»scrivono nella nota che ha subito richiamato adesioni da un nutrito gruppo di scrittori, intellettu­ali e associazio­ni tra i quali Francesco Ammannati, Simona Baldanzi, edizioni Effequ, Firenze RiVista, Alessandro Raveggi, Edoardo Rialti, Vanni Santoni, Street Book Magazine e altri.

L’Ardsu

Sono spazi da recuperare e finora abbiamo tollerato: ma c’è solo spaccio e criminalit­à

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Nel centro studentesc­o, da 4 anni, venivano organizzat­i spettacoli teatrali e il Festival di letteratur­a

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