Chiusero la vecchia porta per burla «Non c’è reato»
Sansepolcro, tre professionisti erano stati denunciati per un «pesce d’aprile»
Pratica archiviata e portone restituito. Festeggiano insieme all’intero paese i tre professionisti di Sansepolcro che, il primo d’aprile scorso, avevano divertito i loro concittadini con uno scherzo alquanto originale: un pannello in plexiglass alto sei metri e largo quattro, ben posizionato in uno degli accessi alla città vecchia, che riproduceva l’antica entrata di Porta Fiorentina, abbattuta nell’Ottocento. C’era pure la possibilità di aprire una fessura per il passaggio pedonale, proprio come avveniva un tempo. Ma la spazzatrice impegnata nella pulizia delle strade non era riuscita a completare il giro e la finta porta era stata smantellata già nella mattinata nonostante le proteste dei presenti. E i tre artefici denunciati per interruzione di pubblico servizio.
Adesso Maurizio Bernardini, grafico, Alessandro Goretti, geometra, e Federico Romolini, architetto, possono tirare un sospiro di sollievo: il loro caso è stato archiviato, perché l’accesso alla strada era garantito altrove. «Vorremmo ringraziare l’avvocato Franca Testerini che ha seguito il nostro caso gratuitamente — commenta Bernardini — e tutti i cittadini di Sansepolcro per il sostegno morale che ci hanno dimostrato».
E, dato il lieto fine della vicenda, sale l’attesa per la prossima trovata. «Tutti ci domandano cosa faremo. Perché sono otto anni che il nostro comitato, “Pesce d’aprile”, organizza scherzi per la ricorrenza. Sarà difficile mantenere il livello così alto. Siamo in ansia da prestazione». Intanto potranno riprendersi la finta porta, conservata nel deposito dell’ufficio manutenzione del Comune. Purtroppo a pezzi. «Ma abbiamo già pensato come “sfruttare” la sua notorietà», svela Bernardini: «Ricaveremo, dal portone, piccoli gadget da vendere per beneficenza. Così i soldi raccolti potranno essere utilizzati per qualcosa di utile per la città».
Caso archiviato
Il finto portone in plexiglass nel frattempo si è rotto «Ne ricaveremo piccoli gadget da vendere per beneficenza»