Rondine conquista l’Onu, appello per leader pacifici
Trenta ragazzi dalla Toscana al Palazzo di vetro dell’Onu fanno effetto. Ancora di più se a parlare in nome e per conto di tutti sono una ragazza palestinese, Chris, 23 anni, e un israeliano Noam di 30. L’impatto è forte e cresce esponenzialmente se, mentre loro due prendono la parola, gli altri 28 si alzano in piedi a dare forza al contenuto del loro appello schierandosi davanti al tavolo dei relatori del Palazzo delle Nazioni Unite.
È andata così l’altro ieri mattina a New York: gli studenti ed ex studenti di Rondine Cittadella della Pace (l’organizzazione che si impegna per la riduzione dei conflitti armati nel mondo e la diffusione della propria metodologia per la trasformazione creativa del conflitto in ogni contesto organizzando master che vedono partecipare ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo in conflitto) hanno tenuto incollato alle sedie tutto l’uditorio leggendo e lanciando al mondo l’appello per la pace che parte dalla cittadella aretina e che si può sottoscrivere sul sito (leadersforpeace.rondine.org) L’occasione era la celebrazione del 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
L’appello, sostenuto anche da Papa Francesco e dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si chiama «Leaders For Peace» ed è nato per chiedere a ciascuno dei 193 Stati membri «di sottrarre una cifra simbolica dal proprio bilancio della difesa per indirizzarla alla formazione di altrettanti leader globali in grado di intervenire nei principali contesti di conflitto del mondo, per promuovere lo sviluppo di relazioni sociali e politiche pacificate».
In sintesi si è chiesto di stornare parte dei fondi investiti in armi per finanziare una borsa di studio di cui beneficerà uno studente di Rondine. L’appello è stato accolto con molta partecipazione dall’ambasciatrice Mariangela Zappia, che ha detto: «Non avremmo potuto immaginare un modo migliore per celebrare il 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che portando Rondine, il suo esperimento e i suoi giovani nella Sala Ecosoc delle Nazioni Unite, dove si discute di sviluppo».
L’iniziativa è stata accompagnata da un discorso toccante di Agharam Poladov, presidente del Rondine International Peace Lab: «Cos’è il patriottismo per voi? — ha detto all’assemblea — pensiamo a quante belle parole contiene questo concetto: amore, devozione, attaccamento, alleanza. Ora, chiediamoci cosa facciamo. Odiamo, separiamo, e uccidiamo persone nascondendoci sotto un insieme di belle parole. Sono un patriota migliore se
❞ Non avremmo potuto immaginare un modo migliore per celebrare la dichiarazione dei diritti dell’uomo
uccido un essere umano che percepisco come un nemico? Sono un patriota migliore odiando chi non conosco? No. Penso di essere un patriota migliore se aiuto a pulire la mia terra, se vivo per il mio Paese e aiuto altre persone a vivere meglio indipendentemente dal loro nome, etnia, religione e questo vale ancor di più oggi che celebriamo il settantesimo anniversario della dichiarazione dei diritti umani». Standing ovation e questo discorso la merita tutta.