Le disco, i pub e i circoli privati Regole e controlli? Non per tutti
Ispezioni e limiti di capienza per le sale da ballo, per gli altri maglie più larghe
Discoteche nei seminterrati, bar in cui non c’è spazio per respirare, circoli privati che si riempiono alle tre di notte. Il caso di Corinaldo — le sei vittime di un fuggi fuggi da una discoteca con più clienti rispetto alla capienza autorizzata — non è lontano. Perché tra chi si scontra con l’angusta urbanistica del centro storico, chi aggira le regole e chi le regole non le ha, il rischio di trasformare una serata di festa in una tragedia non è un’ipotesi remota. A Firenze, il caso più eclatante avvenne il 1° novembre 2012, quando in una festa a Castel di Poggio, a Fiesole, l’edificio che avrebbe potuto contenere 600 persone ne ospitò un migliaio. La festa di Halloween si trasformò in un incubo, il peso della folla fece crollare una balaustra e dodici adolescenti caddero da tre metri di altezza. Le regole c’erano, la società che gestiva il castello aveva la licenza per i pubblici spettacoli ma i limiti sulla capienza non furono rispettati. Il caso di Corinaldo chiama in causa le discoteche. Che però sono i locali più sottoposti a regole e a controlli. Le norme nazionali impongono una capienza massima di 1,2 persone al metro quadro, ma i cosiddetti «locali di intrattenimento» devono sottostare anche alle autorizzazioni della Prefettura. Il locale riceve ispezioni per stabilire i numeri in base a metri quadri, uscite di sicurezza, personale, gabinetti. E i controlli avvengono periodicamente, a campione. Nel 2016, la Prefettura di Firenze ha creato una cabina di regia con le categorie economiche, per responsabilizzare i gestori al rispetto delle regole. Il gruppo si riunisce periodicamente e il prossimo appuntamento, previsto per martedì prossimo, sarà anticipato dal Prefetto Laura Lega entro questa settimana, proprio dopo i fatti di Corinaldo. «La cabina di regia è utile — spiega Aldo Cursano di Confcommercio — prima, nelle nostre discoteche non si poteva fermare nessuno all’ingresso. Ora, possiamo stoppare un ubriaco o qualcuno con oggetti sospetti e chiamare le forze dell’ordine. E per i minorenni, visto che al bar è difficile verificare l’età, la carta d’identità si guarda all’ingresso e si mette al polso un braccialetto per riconoscere chi può bere e chi no».
«La sicurezza nelle discoteche in Italia è eccellente — prosegue — il problema sono gli eventi straordinari: arriva il personaggio, migliaia di ragazzini vogliono esserci, il titolare si fa ingolosire, i Pr fanno a gara a vendere biglietti e un luogo di norma sicuro diventa a rischio». Ma accanto alle grandi discoteche, ci sono anche piccole realtà rinchiuse nei seminterrati. Quando le questure calcolano i numeri delle manifestazioni di piazza tengono conto che in un metro quadro al massimo possono stare quattro persone. Ma nelle discoteche spesso succede che si stia molto più stretti che in un corteo. Altro che 1,2 persone a metro quadro! Capitolo diverso per i bar dove pure c’è la band dal vivo o il dj, ma che non fanno della musica il loro core business: in questi casi la musica è «accessoria», il locale non stacca il biglietto d’ingresso e fa pagare solo le consumazioni. Non ci sono pre-autorizzazioni, le norme parlano di capienza solo in relazione al numero di «coperti», di posti a sedere, ma su chi sta in piedi non c’è di fatto un limite. Così ci sono casi, come quello di uno storico bar del centro di Firenze, in cui quando c’è il dj i clienti sono così stretti che si balla sui divanetti.
Ancor più nell’ombra ci sono i circoli privati. Alcuni sono discoteche mascherate da associazioni per godere di una fiscalità più leggera e di regole più blande. E a Firenze fanno il pienone quando i bar chiudono e arrivano i clienti che ballano fino all’alba. Spesso c’è la ressa, tra uscite di sicurezza carenti e toilette unisex. E i controlli? Dalla Prefettura ammettono che le ispezioni a campione vengono disposte sulle discoteche, non sui circoli privati, a meno di fatti eclatanti. Caso unico, quello del Montecarla, finito sotto la lente per le note vicende legate allo spaccio.