«Niente compiti durante le vacanze? Caro ministro, sbagli»
Docenti e dirigenti scolastici toscani bocciano la circolare di Bussetti. «Insegue una minoranza di genitori»
Più tempo per riposarsi e stare con la famiglia e meno da trascorrere sui libri? Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti annuncia una circolare per invitare i professori a diminuire i compiti per le vacanze natalizie e lasciare più tempo libero. E il mondo della scuola si divide. Per il Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità «è un messaggio fuori luogo che ancora una volta sminuisce il ruolo del docente di fronte all’opinione pubblica».
Il ministro «avrebbe potuto invece auspicare un modello di scuola diversa che potesse fare a meno delle lezioni a casa, per esempio garantendo il tempo pieno e una scuola aperta in tutta Italia», spiegano i docenti del gruppo. Ricordano i risultati del sondaggio commissionato un anno fa all’istituto Eumetra: i compiti a casa «sono utili, se non sono troppi» per il 75% degli italiani intervistati, la maggior parte auspica anche una scuola più esigente nel valutare la preparazione (59%) e il comportamento (67%) e il 68% giudica sbagliata l’abolizione del voto di condotta. «Sono dati di cui l’attuale ministro dovrebbe far tesoro, senza preoccuparsi oltre di quella minoranza di genitori che sanno sempre meglio degli insegnanti cosa è utile ai figli e cosa no, e che in certi casi sono pronti a spiegarglielo a suon di botte».
Per il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei le urgenze della scuola sono altre: non i compiti durante le vacanze di Natale, ma gli investimenti per l’edilizia scolastica e universitaria. «Non lo vedo un grande problema — dice Dei — penso che ci voglia equilibrio. Non ha senso riempire di lezioni gli studenti, ma credo che la mente debba rimanere comunque allenata altrimenti dopo 15 giorni di festa senza fare niente devono ripartire da capo». Per Alessandro Artini, preside dell’Itis Galileo Galilei di Arezzo, «la scuola dovrebbe coinvolgere maggiormente gli alunni nelle attività e lasciare loro il tempo necessario per socializzare».
Ma il messaggio del ministro, «non inserito in una politica di responsabilizzazione, potrebbe risultare ambiguo e incentivare un lassismo che già pervade la scuola». Artini da docente non dava eccessivi compiti da fare a casa ai suoi ragazzi e ora da dirigente scolastico consiglia agli insegnanti di non caricare toppo i ragazzi. D’accordo con Bussetti è Maria Francesca Cellai, preside dell’alberghiero Buontalenti di Firenze: «La scuola italiana obera i ragazzi a casa.
Invece la mente ha bisogno di pause, di paletti al tempo della scuola che in Italia è lungo. I compiti a casa vanno dati, sono un continuum di quello che accade in aula, la didattica è fatta di spiegazioni in classe, ripetizioni a casa e verifiche in classe. Ma vanno dati in maniera giusta».
Favorevole
La preside dell’istituto Buontalenti di Firenze: «Ha ragione il ministero, i ragazzi sono oberati e la mente ha bisogno di pause dallo studio»