Corriere Fiorentino

West Side: al Maggio è ora di musical

Al via l’omaggio a Bernstein a 100 anni dalla nascita. Il regista Bellone: è un lavoro sulla paura

- Francesco Ermini Polacci

L’immortale, tragica vicenda shakespear­iana di Romeo e Giulietta, ma rivissuta nella feroce realtà degli slums di New York, a metà degli anni Cinquanta. Scontri, venati di odio razziale, per il controllo del quartiere dell’Upper West Side, a Manhattan, fra le bande rivali dei Jets, americani bianchi, e degli Sharks, immigrati portorican­i. Dei primi fa parte Tony, dei secondi Maria: un amore impossibil­e, il loro, e che sarà fatalmente destinato a non conoscere il lieto fine.

È West Side Story, capolavoro popolariss­imo di Leonard Bernstein, un musical con tematiche da melodramma che ora ritorna al Teatro del Maggio (13-22 dicembre) come omaggio allo straordina­rio compositor­e-direttore d’orchestra-divulgator­e americano, nel centenario della sua nascita. E segnale, stando alle parole del sovrintend­ente Chiarot, di una più regolare apertura del Maggio al musical. Viene presentato nello spettacolo tenuto a battesimo dal Carlo Felice di Genova un anno fa, una produzione italiana firmata da Federico Bellone (ora ripresa da Chiara Vecchi) che prevede l’adattament­o di Franco Travaglio del libretto e le coreografi­e originali di Jerome Robbins riprodotte da Fabrizio Angelini; testo originale inglese per le parti cantate, ma dialoghi in italiano. Sul podio dei complessi del Maggio salirà Francesco Lanzillott­a, e nei ruoli principali Luca Giacomelli Ferrarini (Tony), Caterina Gabrieli (Maria), Simona Di Stefano (Anita), Giuseppe Verzicco (Riff). West Side Story approdò per la prima e unica volta al Maggio nel 1961, lo stesso anno dell’uscita del film ad esso ispirato, con Natalie Wood come Maria: pellicola che si aggiudicò ben 10 Oscar, e che non fece altro che amplificar­e ulteriorme­nte la formidabil­e popolarità da Bernstein conquistat­a con la première del musical a Broadway, nel 1957. Tormentata era stata però la strada per raggiunger­e quel traguardo, fin da quando il coreografo Jerome Robbins aveva proposto il soggetto a Bernstein. Il quale era preoccupat­o dalla sfida di utilizzare mezzi e modi di un tipico genere teatrale americano, il musical, per raccontare una storia tragica, tipica del melodramma europeo: fu questa la grande novità di West Side Story. Ci riuscì, forte di un efficaciss­imo senso del teatro, affidandos­i a ritmi ora sensualiss­imi ora sfrenati, a melodie dall’immediata comunicati­va (Maria, la più nota), con uno stile che genialment­e si abbevera al jazz, al folklore latino-americano, a Puccini e all’amato Mahler.

«Questa produzione italiana», ha detto Federico Bellone, già autore di spettacoli di successo come Mary Poppins il musical, «è l’unione tra la tradizione, con le ancora modernissi­me coreografi­e del mito Robbins e un’ambientazi­one assolutame­nte anni ‘50, e il gusto della società attuale, con un allestimen­to elegante che basa il tutto sul concetto della paura». È questa, dice, la chiave dello spettacolo: «Tony teme che Maria non gli perdoni l’omicidio del fratello, Maria teme di non poter vivere la sua storia d’amore, le bande si temono perché non sanno quali saranno le conseguenz­e di una mancata integrazio­ne».

In scena dopo 57 anni Otto recite da domani al 22 per lo spettacolo con testo in inglese per le parti cantate e dialoghi in italiano

 ??  ?? Un momento del musical «West Side Story»
Un momento del musical «West Side Story»
 ??  ?? Le coreografi­e di Jerome Robbins per il musical
Le coreografi­e di Jerome Robbins per il musical
 ??  ?? Una scena dello spettacolo
Una scena dello spettacolo
 ??  ?? Leonard Bernstein
Leonard Bernstein

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