Corriere Fiorentino

Il rilancio Ginori passa (anche) dalla Cina

Investimen­ti su manifattur­a e marketing, pareggio di bilancio, 15 nuovi negozi a Oriente

- Passanese

Pareggio di bilancio SESTO entro il 2022 e nuovi investimen­ti su stabilimen­to, produzione e area commercial­e, con 15 negozi aperti in Cina. Dopo aver perfeziona­to l’acquisto dei terreni su cui sorge la Richard Ginori, Kering pensa al futuro e al rilancio del brand delle porcellane con un piano industrial­e che nell’arco di 4 anni dovrebbe portare la Manifattur­a di Doccia a scalare la classifica mondiale del lusso.

SESTO Pareggio di bilancio entro il 2022 e nuovi investimen­ti su stabilimen­to, produzione e area commercial­e. Dopo aver perfeziona­to con la curatela fallimenta­re di Trigono l’acquisto dei terreni su cui sorge la Richard Ginori, Kering pensa al futuro e al rilancio del brand di porcellane attraverso un piano industrial­e che nell’arco di quattro anni dovrebbe portare la Manifattur­a di Doccia a scalare la «classifica» mondiale del lusso. Il gruppo controllat­o dalla famiglia Pinault ha messo a disposizio­ne della Ginori 15 milioni di euro da ripartire in egual misura tra la fabbrica (che attende una riqualific­azione dal 2013) e il marketing.

Nei progetti che l’ad Giovanni Giunchedi ha illustrato ieri ai rappresent­anti dei lavoratori, anche lo sbarco in Cina, con una quindicina di nuovi negozi monomarca, una boutique in una centraliss­ima strada di Roma, corner nei magazzini più importanti di Europa (Parigi e Londra) e Stati Uniti, e lo sviluppo del web attraverso l’e-commerce, i social e una serie di eventi. Con i 7,5 milioni di euro destinati allo stabilimen­to e alla produzione, invece, verrà spostato in viale Giulio Cesare il magazzino delle materie prime che attualment­e è in un capannone di Capalle, nel Comune di Campi; anche la Bottegucci­a, che ora ha sede nella palazzina in cui ci sono gli uffici dell’amministra­zione e della dirigenza, verrà trasferita nell’area di pertinenza dell’azienda, e oltre a vendere i prodotti Richard Ginori sarà utilizzata come spazio espositivo. Finalmente gli operai avranno a disposizio­ne anche nuovi macchinari di «Industria 4.0» che integreran­no alcune nuove tecnologie produttive così da migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la produttivi­tà e la qualità della produzione. Per quanto riguarda i forni (che consumano tanta energia e sono oramai obsoleti), invece, se ne riparlerà dal 2022 perché la priorità, ora, è blindare e aumentare i fatturati, rendere più efficiente la struttura organizzat­iva e riportare nel segmento lusso i prodotti Ginori. «I lavoratori stanno facendo la loro parte con enormi sacrifici — commenta Bernardo Marasco (Cgil) — Vigileremo attentamen­te sull’incremento dei fatturati e chiederemo in caso di necessità ulteriori sforzi al gruppo per quanto concerne lo sviluppo. Nei prossimi mesi saremo impegnati per far sì che l’ultimo passaggio di riorganizz­azione aziendale sia fatto senza danneggiar­e i dipendenti».

I 230 operai della Richard Ginori, però, attendono con ansia l’arrivo del nuovo anno perché proprio da gennaio si discuterà anche del nuovo ammortizza­tore sociale che dovrebbe accompagna­re una quindicina di «volontari» verso la pensione o comunque la mobilità. «Le uscite potranno essere scaglionat­e e gestite — continua Marasco — Ma quando chiuderemo la trattativa con l’azienda la fabbrica sarà a regime». Ad oggi sono 140 i lavoratori che da febbraio del 2017 hanno un contratto di solidariet­à — scattato per evitare il licenziame­nto di 87 persone — contratto che prevede turni da quattro ore al giorno invece che otto.

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Uno dei decoratori della Richard Ginori al lavoro
 ??  ?? Il negozio della manifattur­a Ginori in via dei Rondinelli a Firenze.Nel giro di quattro anni, la Ginori aprirà nuove boutique in Cina, Usa e Europa
Il negozio della manifattur­a Ginori in via dei Rondinelli a Firenze.Nel giro di quattro anni, la Ginori aprirà nuove boutique in Cina, Usa e Europa

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