Derby caldo
L’Empoli al Franchi: la Fiorentina non può sbagliare
È un derbino atipico in cui, forse per la prima volta, la Fiorentina non è favorita. L’Empoli di Iachini, dieci punti nelle ultime quattro partite, è solido e leggero e sogna un aggancio che manderebbe di traverso il panettone a Firenze. La Fiorentina invece è frenata, impaurita, preoccupata, con le gambe che pesano come macigni e le idee annebbiate. Come può esserlo una squadra giovane, la più giovane d’Europa val la pena ricordarlo, davanti a un muro di otto partite senza vittorie (6 pareggi e due sconfitte), senza una chiara identità, senza un gioco fluido, con Pjaca in crisi e tre assenti per squalifica: Milenkovic, Veretout e Edimilson.
Il crollo, dopo un inizio incoraggiante, è stato verticale. Soprattutto, Pioli non riesce a capire bene cosa sia successo: manca il senso di squadra o è il rendimento deficitario dei singoli che hanno vanificato la partenza lanciata? Il fiume della delusione si è ingrossato, partita dopo partita, sino a rompere gli argini. Ed è difficile capire se non sia troppo tardi per recuperare.
Nell’emergenza siamo aggrappati al finale portentoso contro il Sassuolo. Una partita, sotto molti aspetti, incomprensibile. La Fiorentina è stata inguardabile oltre un’ora ed è resuscitata una volta che la partita era volata via, prima sul 2-0 e poi sul 3-1 sino all’incredibile rimonta legittimata da due gol negli ultimi sette minuti.
Una scossa che assomiglia a una speranza. Liberata dai suoi demoni, la Fiorentina è come rinata: ha giocato con personalità, lucidità e furore che sembravano persi nella notte dei tempi. Il furore che chiede Firenze, quello manca- to contro la Juventus e per lunghi tratti in Emilia. Se lo ritroverà, la Viola potrà riprendere a correre e, magari, togliersi qualche soddisfazione. Altrimenti sarà condannata a un anno di patimenti ed è difficile immaginare che il mercato di gennaio, solitamente avaro di affari, possa essere una panacea. Perché la Fiorentina si è persa? È una squadra troppo uguale a se stessa, che attacca sempre allo stesso modo e con lo stesso ritmo, diventando di facile lettura per gli avversari. Chissà che questa botta di adrenalina non sia servita a rianimarla e che quei dieci minuti folli non siano la base per ripartire. Serve un cambio di passo, serve adesso e non è più rinviabile perché la classifica è cortissima, ma i numeri sono spietati e per andare in Europa bisogna superare quota 60 punti. Il che significa che girare troppo lontano da 30 equivarrebbe a una condanna.
Ma adesso non è il momento di fare calcoli. Ora deve vincere la partita con se stessa, più importante del derby e della classifica. Deve essere coraggiosa e determinata e ritrovare l’antica unità nel nome di Davide. Se i giocatori pensano al bene proprio e non all’interesse del gruppo, l’Empoli avrà gioco facile e stasera sarà tutto perduto. La Fiorentina dovrà essere forte, unita e lucida anche per fronteggiare l’ambiente elettrico di una città delusa, anche se i tifosi della curva hanno promesso sostegno e appoggio. La mancanza di risultati allarga il confine dell’amarezza e dell’esasperazione. Tocca alla squadra trascinare la città. Non è facile. Ma è una prova di maturità.