MA ALLORA FATELO
Dovrebbe essere terminata l’epoca dell’Incredibile Hulk su Facebook. Degli annunci muscolari. Delle pacchie finite. Della propaganda. Se gli spacciatori vengono arrestati e poi subito rilasciati è perché lo prevede la legge. Se un folle che spinge una donna contro le auto in corsa, viene arrestato e poi rilasciato è perché lo prevede la legge. Decisioni che a volte possono sembrare incomprensibili. Perché i pusher arrestati a Pisa — in una battaglia sacrosanta a tutte le latitudini per questo giornale — dopo una indagine rischiosa e faticosa, torneranno a spacciare.
E il folle che ha spinto quella donna sotto le auto in corsa — se accertate le sue responsabilità — è un folle a piede libero. Pericoloso per tutti. I cittadini si arrabbiano, non capiscono, si sfogano sul web, sui social. La piazza virtuale da accarezzare, cavalcare, per costruirsi il consenso. Oggi però, dovrebbe essere terminato il tempo delle scorribande sulle piazze virtuali a colpi di annunci. «Leggi troppo morbide, vanno corrette». Troppo facile. Non basta. Il ministro Matteo Salvini dovrebbe spiegare come vuole farlo. Magari dopo essersi confrontato con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Una questione di responsabilità. L’Incredibile Hulk dei social da sei mesi è a capo del Viminale.