Corriere Fiorentino

Nel Salone dei Venti-Trenta

- Ceccarelli,, Gori,, Semmola

«Abbiamo spesso la presunzion­e di voler insegnare ai ragazzi a stare al mondo, e poche volte invece siamo disponibil­i ad ascoltarli. E se loro non si fanno sentire, saranno altri a decidere il futuro della città». Il sindaco Dario Nardella, nel Salone dei Cinquecent­o di Palazzo Vecchio, spiega così il significat­o della giornata «Firenze 2030», un numero che indica la voglia di immaginare come sarà la città tra 12 anni, ma anche la fascia di età, tra i 20 e i 30 anni, dei 500 ragazzi arrivati a parlare del futuro che desiderano.

Dieci argomenti diversi, cinque tavoli con un «facilitato­re», una serie di «testimoni» di esperienze sul campo e una decina di giovani per ciapropost­e scuno dei grandi temi: i ragazzi descrivono i problemi e le idee per risolverli su dei cartoncini, si confrontan­o, ascoltano testimonia­nze, incollano piccoli cuori sulle migliori, arrivano a soluzioni comuni, secondo la metodologi­a studiata dai Cantieri Animati.

In sala fa un po’ freddo, le stufe non bastano a scaldare il Salone, così i ragazzi, seduti su scatole di cartone, si coprono con i plaid, mentre si immaginano Firenze nel 2030. E nulla sarà gettato, assicurano a Palazzo Vecchio: fogli, cartoni e coperte saranno riutilizza­ti o dati in beneficenz­a. Di belle e utopistich­e fantasie, insieme a qualche idea concreta, dai tavoli ne spuntano

molte, ma non mancano neppure i luoghi comuni o le pretese fuori tema: tra chi vorrebbe migliorare i traduttori automatici sul web e chi spiega che «in Olanda vanno tutti in bicicletta anche se fa freddo perché sono diversi n’i’ capo rispetto a noi». Il via al lungo pomeriggio viene dato da Nardella assieme al giornalist­a di Wired Omar Schillaci, al cosmonauta Walter Villadei e al dj Linus: «Non so immaginare il mondo tra 12 anni — dice Linus — quando ero piccolo pensavo che avremmo girato tutti in astronave. E invece la rivoluzion­e non è stata reale, ma virtuale… E che rivoluzion­e: dodici anni fa i social non esistevano». Attorno ai tavoli, ad origliare, spuntano tutti gli assessori della giunta, sul palco arriva il saluto del rettore Luigi Dei. E la musica degli Street Clerks e dei Bowland. Il momento più toccante della giornata, il minuto di silenzio dedicato al giornalist­a Antonio Megalizzi, ucciso nell’attacco terroristi­co di Strasburgo: tutti e cinquecent­o i ragazzi si sono alzati in piedi per salutare il loro coetaneo.

❞ Il sindaco Nardella Vogliamo insegnare ai ragazzi a stare al mondo, ma di rado li ascoltiamo...

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Sotto i ragazzi che ieri pomeriggio hanno partecipat­o all’incontro Nella foto tonda Nardella e Walter Villadei
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