Battaglia al Romito «Pullman mai spenti, asfissiati in casa»
«Pensare che scappai dal mangificio di Sant’Ambrogio per trovare un po’ di pace…». E invece Elsa Resti — trasferitasi due anni fa in via XXIV Maggio, nella zona del Romito — è passata dalla padella alla brace. Con relativo fumo.
Colpa del deposito di Busitalia Sita Nord di viale Cadorna, sul quale proprio la dépendance rialzata nel giardino della signora — come d’altronde molte altre abitazioni — si affaccia: «Questo doveva essere il mio studio, ma mi vedo bene dallo starci anche solo un minuto: basta passare la mano sugli infissi della finestra e le dita diventano completamente nere per le polveri accumulate». Insomma: aria ormai irrespirabile, secondo Elsa, ma anche rumori assordanti per 19 ore al giorno causati dai torpedoni, «con i motori lasciati accesi anche in sosta, sia d’inverno, che d’estate, e gli scarichi rivolti sulle finestre del vicinato». Che adesso però ha esaurito la pazienza: «Dopo un anno di inascoltate richieste al Comune per l’intervento di Arpat, stiamo raccogliendo le firme per fare un’istanza al sindaco».
E mentre Arianna Xekalos del Movimento 5 Stelle e Francesco Torselli di Fratelli d’Italia hanno preparato un question time in Consiglio, Palazzo Vecchio fa sapere che, entro il 2018, saranno eseguiti i controlli relativi all’inquinamento acustico: «Per quello atmosferico invece, Arpat ha constatato che si tratta di emissioni scarsamente rilevanti. I nostri tecnici hanno comunque incontrato il responsabile di Busitalia». Oggetto dell’incontro il rispetto dell’obbligo di spegnere i motori durante il rifornimento e le pulizie, dentro al deposito, oltre al parcheggio dei mezzi meno inquinanti negli stalli vicini alle case.