QUEL DITINO DA DIMENTICARE
C’è dito e dito. In un tempo un po’ lontano, Batistuta zittì il pubblico del Camp Nou dopo un gran gol al Barcellona con lo stesso gesto che Simeone ha rivolto ai tifosi viola dopo la sua rete — bella rete, se è per questo — all’Empoli. Lasciando da parte l’improponibile paragone tra i due avvenimenti e soprattutto la diversa destinazione del gesto (Simeone lo ha rivolto ai suoi tifosi, anche se poi ha chiesto scusa) rimane il disappunto per un episodio evitabile che, senza abbondare nel moralismo, macchia la buona partita di Simeone, irrobustita dal gol e dall’assist per Mirallas. In due parole, anzi in quattro: se lo poteva risparmiare. Ma che volete che sia questa vicenda del dito al confronto con il ritorno alla vittoria della Fiorentina, dopo oltre due mesi dall’ultimo successo in un campionato intossicato dai pareggi. Il derby con l’Empoli, cominciato in salita e finito in discesa nel giro di una robusta manciata di secondi tra la parata di Lafont su Caputo e l’idea di Dabo di pescare un angolo da lontano, questo derby tra vicini di casa, se vogliamo guardarlo come il seguito del miracoloso pareggio viola, così male accolto con il Sassuolo, potrebbe rappresentare una svolta per la Fiorentina, ma forse è solo una tappa intermedia nell’operazione rilancio che rimane difficile. La classifica delle squadre dalle vaghe pretese ondeggia ogni settimana senza indicare la verità. Sul piano del gioco la Fiorentina, più o meno, è sempre lì, però ha ammucchiato attorno ai suoi problemi qualcosa di nuovo (Mirallas che sa smarcarsi e concludere), qualcosa di ritrovato (Simeone) e qualcosa di consueto (Chiesa, incontenibile nel gioco e anche nell’eccesso di risolverlo da solo) che lasciano spazio alla fiducia, non tanto la nostra sempre avara, quanto a quella che la squadra dovrebbe ricevere da due rimonte (Sassuolo e Empoli) che dimostrerebbero un’inversione di tendenza: da squadra che si fa raggiungere a squadra che raggiunge e perfino supera. Dimenticandosi le assenze di Veretout, Milenkovic e Edimilson Fernades che erano pesanti. Ora ci sarebbe da dimenticare anche il gesto di Simeone. Mentre quello di Batistuta rimane memorabile.