Rossi: Peretola sblocca tutto
«A Toninelli propongo un patto per lo sviluppo: ora Tirrenica e porto di Livorno»
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Basta guerre tra il governo e la Toscana. Il giorno dopo il via libera alla nuova pista di Peretola, Enrico Rossi propone al ministro Danilo Toninelli «un’intesa per lo sviluppo della Toscana: ci aiuti su Tirrenica, porto di Livorno, terze corsie autostradali, ferrovie».
Rossi, quante possibilità su cento ci sono che la nuova pista di Peretola venga davvero costruita?
«Aspettiamo il decreto del ministero e poi i cantieri possono aprire. Siccome io confido che l’Italia sia un Paese normale, a mio parere entro l’estate, al più tardi in autunno, partiranno sia i lavori per l’adeguamento di Peretola che quelli per il restyling del “Galilei” di Pisa. Peraltro mi fa piacere che Toscana Aeroporti voglia fare queste opere con una società in house: ci sarà una ricaduta occupazionale importante per i toscani».
È finalmente finito il derby politico tra Firenze e Pisa?
«La svolta è stata la fusione delle società di gestione dei due scali, fortemente voluta dalla Regione e realizzata nel 2014. Io, da governatore, sono stato fin da subito convinto che se non avessimo fatto un’unica società, a rimetterci sarebbero stati sia il “Vespucci” che il “Galilei”. Anzi di più Pisa, che si sarebbe trovata isolata sulla costa, in competizione con l’aeroporto di Bologna, collocato sulla dorsale Venezia-Milano-Roma».
Toninelli definisce la Conferenza dei servizi un «passaggio amministrativo» e annuncia che gran parte dei fondi di Enac saranno dirottati su Pisa. Che succederà?
«Io trovo questo assolutismo della politica roba da vecchi ministri democristiani, che facevano e disfacevano a prescindere da ogni atto e da ogni problema contabile».
Ma i fondi eventualmente tolti a Peretola può metterceli la Regione?
«Non mi pare un’ipotesi realistica. Così come non mi sembra realistico spostare i fondi da Firenze a Pisa: io credo che Enac non potrà che confermare i 100 milioni. Anche perché sulla base di questi stanziamenti sono stati predisposti piani finanziari e i soldi sono legati alle opere di mitigazione ambientale e di assetto idrogeologico».
E il rischio di un’infrazione europea per aiuti di Stato, ipotizzata dal ministro, non le fa paura?
«No, perché ci sono delle regole che noi conosciamo e che abbiamo sempre rispettato».
L’analisi costi-benefici, che ha già bocciato la Tav Torino-Lione, sarà fatta anche su Peretola. Il risultato potrebbe essere uno stop.
«Non si può tutte le volte ripartire da capo... Però guardi, io proverei a andare oltre le polemiche e le incertezze di questa fase politica. Io voglio perfino esprimere apprezzamento per le ultime dichiarazioni di Toninelli».
In che senso?
«Beh, lui all’inizio ha detto: la politica interverrà e bloccherà lo sviluppo di Peretola. Poi ha detto: bloccheremo i fondi. Ora dice: “C’è un rischio di infrazione europea, andiamo a Bruxelles e sblocchiamo i fondi per il sistema aeroportuale toscano”. Benissimo, su questo punto possiamo collaborare. La positiva conclusione della Conferenza dei servizi può produrre un’intesa per lo sviluppo della Toscana. La priorità è la Tirrenica, che oggi è un tratturo dove la gente muore e che condanna ad una condizione di marginalità la nostra costa. Non vogliono un’autostrada? A me basta che la strada abbia 4 corsie e sia in sicurezza. Poi il porto di Livorno: noi abbiamo investito 250 milioni sulla Darsena Europa, ora mi aspetto fondi dal ministero. Ancora: il completamento delle terze corsie autostradali, la stazione Tav di Firenze e il sottoattraversamento...».
Scusi, Rossi, ma i Cinque Stelle sono contro l’Alta velocità e per il potenziamento del trasporto pendolari.
«Io stamani ero in treno e le persone imprecavano perché stavamo fermi, non potendo entrare a Santa Maria Novella perché l’Alta velocità corre sopra e fa da tappo. È sbagliato mettere in contraddizione la Tav con l’esigenza di potenziare le linee per lavoratori e studenti».
Torniamo a Peretola: per Firenze e per la Toscana che significa lo sviluppo del Vespucci?
«Io mi sono adoperato per questa svolta perché la Toscana vive di connessioni con il mondo: la sua base produttiva è manifatturiera e orientata all’export. E senza collegamenti aerei decenti, gli imprenditori andranno a investire da altre parti. La Toscana è una regione della ricerca, che è ormai connessa a livello internazionale. La Toscana è una regione della cultura. Alla Toscana serviva questa svolta e per farla abbiamo affrontato anche questioni politiche che hanno lacerato il tessuto politico del centrosinistra. Penso alle proteste della Piana fiorentina e, prima, a quelle che provenivano da Pisa».
Nardella, che è del Pd, la ringrazia pubblicamente mentre oggi il suo partito, Mdp, ribadisce il no alla nuova pista. Un bel paradosso.
«C’è una sinistra che si condanna all’irrilevanza, dicendo no allo sviluppo e anche decidendo di correre da sola a Firenze contro Nardella e contro il centrosinistra. Io non sono del Pd e penso che il Pd abbia fatto tanti errori. Di più, noto che le contraddizioni che lei sottolinea a sinistra sono belle evidenti anche tra i Democratici, vedi i sindaci contrari allo sviluppo di Peretola. Però la
storia della sinistra in questa regione è legata a un rapporto stretto col mondo del lavoro e con le forze produttive. Rompere questa relazione vuol dire condannarsi all’irrilevanza, oltre che negare la propria storia».
Anche l’ambiente è un tema di sinistra però… I suoi detrattori la accusano di non averlo difeso, nel caso di Peretola.
«Guardi, io questo ce l’ho chiaro dagli anni 70 (Rossi alza un po’ la voce, ndr), quando partecipavo alle manifestazioni a Santa Croce sull’Arno dietro alla striscione del Pci “Produrre senza inquinare”. Ecco, lo dimostreremo anche con l’adeguamento di Peretola, dedicando 150 ettari alle piantumazioni e lasciandone inedificabili altri 7 mila».
Tra poco più di un anno ci saranno le Regionali. Il centrosinistra sembra in grande affanno.
«E infatti la Lega cresce, malgrado qui non abbia classe dirigente come ha detto anche Giancarlo Giorgetti... A sinistra bisogna ricostruire un tessuto delle forze democratiche aperto alla società civile. E in Toscana bisogna dare un segno di cambiamento, perché la forza della sinistra è sempre stata interpretare le esigenze di cambiamento. Per questo penso che non si possa proporre una continuità con i miei 10 anni da governatore».
Cioè auspica la discontinuità da sé stesso?
«Sì. E credo sarebbe sbagliato, dal punto di vista sia giuridico che politico, pensare a un mio terzo mandato».
C’è chi le ha chiesto di fare un terzo mandato?
«Per questo dico che sarebbe un errore modificare la legge regionale che stabilisce il limite di due mandati».
Ma chi? Il Pd?
(Rossi sorride e non risponde).
Si candiderà alle Europee? «No. Come ve lo devo dire? È bizzarro che mi si faccia continuamente questa domanda. Io rispetterò il compito che mi hanno dato i toscani fino alla fine».
E alle prossime Politiche? «Io devo finire il mio mandato. Vi do una cattiva notizia, mi spiace: resto qui».
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