La Camera di Commercio: noi pronti a dare di più Carrai: non è necessario
Il presidente di Toscana Aeroporti: pronti ad acquisire l’area di Castello. I fondi? Spettano a noi
Toscana Aeroporti tira dritto dopo l’uragano degli annunci di tagli dei fondi per Peretola da parte del ministro Danilo Toninelli: appena possibile, via all’acquisto dell’area di Castello. La Camera di commercio di Firenze si dice pronta ad un aumento di capitale: grazie, ma non è nei piani, ribatte la società.
Toscana Aeroporti tira dritto. Nonostante l’annuncio del ministro Danilo Toninelli che ha rimesso in discussione i 100 milioni per Peretola, la società ribadisce che andrà avanti. E il primo atto sarà l’acquisto dell’area di Castello. Appena ci sarà la firma sul decreto con l’Intesa Stato Regione «onoreremo il contratto», spiega il presidente Marco Carrai. Un passaggio che coinvolge anche il futuro della Mercafir e del nuovo stadio.
Ieri mattina, però, tutti i soggetti interessati alla pista parallela, soprattutto i soci, si sono messi in contatto con i propri legali per capire se era davvero possibile si avverasse la novità annunciata dal ministro dei Trasporti su La Nazione: cioè l’ingresso dello Stato nella compagine societaria di Toscana Aeroporti. E il responso di tutti è che è praticamente impossibile, se non quasi certamente vietato. Nessun commento su questo da parte di Carrai che però ha parlato, ieri, a LadyRadio: del paventato rischio di infrazione europea per aiuti di Stato sui 100 milioni per lo scalo fiorentino: «Io mi attengo agli atti: in base alla legge, avendo un traffico di passeggeri sotto i tre milioni, Peretola può essere finanziato nella misura del 50%». Non Pisa, come ipotizzato da Toninelli: «Quello è già sopra i 5 milioni e quel tipo di scali non sono finanziabili. A quel punto ci sarebbero davvero procedure di infrazioni». Ma ci sono o non queste procedure di infrazioni? «Non mi risulta che sia stata aperta una misura di infrazione: anche perché ancora non abbiamo notizie che sia stato notificato agli uffici Comunitari da parte del ministero dei Trasporti il finanziamento pubblico su cui la Commissione europea si deve esprimere mentre è stata avviata se pur ancora in fase molto preliminare la prenotifica». E questi passaggi spettano solo al ministero. Ma se non ci fossero i 100 milioni, andrete verso un aumento di capitale, come ipotizzato da Niccolò Manetti della Camera di Commercio? «Fa piacere che un’istituzione così importante del territorio, che tanto si è spesa in questi anni per lo sviluppo dell’aeroporto, abbia dato questa disponibilità: ma al momento questa opzione non è sul tavolo», anche perché a decidere dovrebbe essere «il principale azionista, Corporacion America» e «credo che abbia espresso più di un dubbio in materia». Fin qui, se i 100 milioni non andassero a Peretola: ma allora, dato che Toninelli ha assicurato che rimarranno in Toscana, dove andranno dato che il Galilei non è finanziabile? Verranno usati per l’ingresso dello Stato nella società Toscana Aeroporti, come ipotizzato dal ministro? Questo, spiega più di un tecnico interpellato dai soci di Toscana Aeroporti e anche dalla Regione, sarebbe sicuramente un elemento per aprire un’infrazione. Ed infatti, dal ministero, si spiega che anche di questo parleranno a Bruxelles Toninelli e i suoi dirigenti. Ma nel progetto del governo, o perlomeno del suo ministro, c’è comunque l’idea di puntare verso una integrazione tra i due scali (strategico e intercontinentale Pisa, city airport Firenze con tanto di «areoclub», ha detto sempre a La Nazione il ministro) ma soprattutto sul finanziamento del servizio ferroviario. Uno «sviluppo», anche se in precedenza il M5S si era spinto a puntare fino al raddoppio (praticamente impossibile) della Firenze-Pisa. E implementando anche i collegamenti Frecciarossa da Genova e Firenze verso Fiumicino. Non solo: i Cinque Stelle in Parlamento puntano già ad una revisione del Piano aeroportuale nazionale. Come però questi 100 milioni, che arrivano dal bilancio di Enac, possano transitare verso finanziamenti alle Ferrovie, resta un mistero.
A Toninelli risponde anche il presidente della Camera di commercio di Firenze, Leonardo Bassilichi: «Non scherziamo con società quotate in borsa: quindi per cortesia silenzio. Specialmente per chi non sa di cosa si sta parlando». Ed, in senso generale, prosegue, «trovo antistorico ipotizzare un ritorno dello Stato in questo tipo di società. Mi pare di rivivere i tempi dell’est europa statalista».
Assist e rassicurazioni
Manetti: Camera di commercio disponibile all’aumento di capitale in caso di taglio ai finanziamenti statali «Grazie, ma non è nei nostri piani»