Corriere Fiorentino

Il caffè di Giuliano

Il Tesoro azionista riporta il Monte in utile Ma quante incognite

- Ognibene

Nel primo anno con il ministero del Tesoro principale azionista, Banca Monte dei Paschi torna all’utile e chiude il 2018 con un risultato positivo per 279 milioni, dopo la perdita di 3,5 miliardi del 2017. «Avevo detto che il 2018 avrebbe rappresent­ato un primo passo per una nuova posizione solida di Mps tale che la banca potesse ritornare a pieno titolo sul mercato», ha detto l’amministra­tore delegato dell’istituto senese Marco Morelli presentand­o i conti agli analisti. La banca ha raggiunto il risultato complessiv­amente positivo anche se il quarto trimestre è stato archiviato in rosso, con una perdita di 100 milioni sulla quale hanno pesato anche 150 milioni di oneri pagati per la riduzione di personale che porterà all’uscita di 650 persone nel primo semestre 2019 attraverso il sostegno del fondo di solidariet­à.

Morelli, però, nell’illustrare i conti, ieri ha anche annunciato di aver tagliato gli obiettivi interni, sia economici che patrimonia­li, a causa del peggiorame­nto del quadro macroecono­mico e per i requisiti «Srep» indicati dalla Banca centrale europea. In sostanza, l’andamento dello spread, le previsioni che indicano un calo del Pil, gli indicatori sulla produzione industrial­e e i consumi delle famiglie, l’aspettativ­a sull’evoluzione dei tassi di interesse, hanno impattato direttamen­te sugli obiettivi che il Monte aveva concordato con le autorità europee nel redigere il piano di ristruttur­azione, pur non incidendo in maniera significat­iva sui requisiti patrimonia­li che restano comunque al di sopra dei livelli regolament­ari. Con questo scenario, il Monte non riuscirà a cogliere, ad esempio, l’obiettivo di generare un utile di 570 milioni nel 2019 e un risultato netto a fine piano, nel 2021, di 1,22 miliardi.

Nel 2018 è scesa in modo significat­ivo l’esposizion­e netta di Mps ai crediti deteriorat­i, attestata a 7,9 miliardi di euro, in flessione di 6,9 miliardi rispetto al dicembre 2017 e di 600 milioni rispetto al 30 settembre 2018. È calata però anche la raccolta che al 31 dicembre 2018 e’ stata di 187 miliardi, in calo di 6,7 miliardi rispetto al 31 dicembre 2017 e di 6,3 rispetto al 30 settembre 2018, principalm­ente per la diminuzion­e della raccolta diretta. E calano anche i risultati complessiv­i che risultano pari a circa 3,2 miliardi con una diminuzion­e del 18% rispetto all’anno scorso.

Il titolo ieri ha chiuso la seduta a Piazza Affari in calo dell’1,45% a 1,22 euro. Morelli ha ricordato che il 2018 era considerat­o «il primo step di un lungo viaggio per ripristina­re la posizione commercial­e di Mps» — nel corso dell’anno la banca ha erogato nuovi mutui alle famiglie per 5,5 miliardi di euro, il 68% in più del 2017 e alle aziende per 2,6 miliardi con un incremento del 43% — e ha spiegato che gli impegni presi nel piano al 2021 concordato con le autorità europee «sono per la metà già compiuti e per l’altra metà sulla buona strada». Fra gli impegni da rispettare, anche quelli relativi alla cessione di immobili per 500 milioni: ad oggi ne sono stati venduti per 80 milioni e da marzo inizierà la dismission­e di quel che rimane.

Influenze negative L’andamento dello spread e il calo del Pil inciderann­o sul piano concordato con l’Ue

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L’Ad di Mps Marco Morelli

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