Turista morto in Santa Croce, in tre rischiano il processo
Da Barcellona a Firenze per visitare la Basilica di Santa Croce. Il turista spagnolo Daniel Testor Schnell, 52 anni, stava visitando il capolavoro del gotico toscano insieme alla moglie, il 19 ottobre 2017, quando fu ucciso dal peduccio di un capitello che si staccò dalla sommità della navata del capolavoro del gotico toscano. A distanza di poco più di un anno da quella tragedia la Procura ha chiuso le indagini per tre dei quattro indagati. Rischiano il processo per omicidio colposo la presidente dell’Opera Irene Sanesi (difesa dall’avvocato Enrico Zurli), il segretario generale Giuseppe De Micheli (avvocato Valeria Valignani), il responsabile tecnico del complesso Marco Pancani (avvocato Luca Bisori): dopo i lavori di restauro del 2005, non avrebbero svolto il monitoraggio con strumenti adeguati e omesso di programmare interventi in quell’area, provocando così la morte dello spagnolo. Il pm Benedetta Foti ha, invece, chiesto l’archiviazione per Laura Mannucci (avvocato Michele Ducci) titolare della ditta che eseguì l’intervento di restauro nel 2005. La svolta è arrivata dopo la perizia, con incidente probatorio, sul frammento di pietra serena precipitato dopo un volo di 30 metri. Non vi fu fatalità nel crollo del peduccio, conclusero il geologo Carlo Alberto Garzonio e gli architetti Maurizio De Vita e Giacomo Tempesta. I periti stabilirono che «solo il monitoraggio specifico avrebbe consentito una definizione preventiva dello stato di pericolo prendendo in considerazione la possibilità del collasso».