Corriere Fiorentino

Ma in via Panzani i nuovi vincoli salvano la farmacia

- A.P.

Con uno sfratto esecutivo, la Farmacia della Stazione, in attività da 65 anni, sembrava spacciata. Tanto che entro novembre i titolari della licenza, Biagio e Antonio Pinto, avrebbero dovuto lasciare i locali di via Panzani per far spazio forse all’ennesimo bar, pizzeria o ristorante della strada. Ma i proprietar­i del fondo — una società fiorentina — nel dare il via alla loro battaglia giudiziari­a non avevano considerat­o il nuovo albo dei negozi storici approvato martedì, nel quale la farmacia è inserita insieme ad altre 156 attività da tutelare. Una delibera che ha anche introdotto strumenti più stringenti per impedire che al posto di un’attività tradiziona­le se ne installi un’altra che di tradizione non ha un bel niente, stravolgen­do così l’immagine della città. Per questa farmacia, una delle prime realtà commercial­i che incontra chi, lasciata la stazione di Santa Maria Novella, imbocca via Panzani, e punto di riferiment­o per i pochi residenti della zona ma anche per i tanti turisti che alloggiano in San Lorenzo, il Comune ha apposto due vincoli di salvaguard­ia: quello sulla destinazio­ne d’uso e quello sugli arredi. Vincoli che, come dimostra un documento del 24 febbraio 1953, erano già stati decretati dall’allora prefetto di Firenze, Gargiulo. «Oltre al caso delle Giubbe Rosse e della Farmacia Pitti di piazza San Felice ci è stato sottoposto anche quello della Farmacia della Stazione — afferma l’assessore allo Sviluppo economico Cecilia Del Re — per la quale, agli uffici comunali, era stata chiesta la cancellazi­one dagli elenchi speciali. Ora, grazie al nuovo albo degli esercizi eccellenti, l’attività è salva e la cancellazi­one non sarà più possibile».

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