Corriere Fiorentino

Picchi, Jair, Mazzola... E la tensione svanì

- Di Enzo Fileno Carabba

Ilaria e Paolo si conobbero, si piacquero e si misero insieme. Fin qui tutto bene. Sempliciss­imo. Però nella coppia è importante anche il contesto favorevole e loro temevano l’incontro dei rispettivi padri. Uomini che portavano il fardello di un ego molto sviluppato, poco disposti a fare concession­i agli altri. C’era la fondata preoccupaz­ione che l’incontro potesse risultare una gara per imporsi: meglio evitarlo. Un giorno di giugno, a pranzo, il padre di Paolo chiese a Ilaria: «Stasera verrebbero i tuoi a cena?». Oddio. Meno male che i genitori di Ilaria si erano appena trasferiti al mare, e poi era sabato, avrebbero detto di no. Invece dissero di sì con grande entusiasmo. Paolo camminò su e giù tutto il pomeriggio. Temeva che il padre facesse uno dei suoi numeri. Il genitore, uomo amabile, si arrabbiava improvvisa­mente e i suoi occhi, che erano azzurri, diventavan­o grigi. D’altra parte il padre di Ilaria, gran parlatore, era solito lanciarsi in arditi paradossi e non si accorgeva quando forse era il caso di smettere. Eccoli a cena, all’aperto. Paolo aveva chiamato anche il fratello e la cognata, per un conforto morale e magari pratico. Non riuscì a mandar giù un boccone. Ilaria mangiò anche il suo cibo. Infatti lei, sotto sotto, era fiduciosa. «Ho una certa età, mi devo accasare, i miei genitori lo capiranno» pensava. Quando iniziò la discussion­e politica, la paura di Paolo divenne certezza del disastro. Invece tutto andò a bene. Solo che più tardi il padre di Ilaria cominciò a bere e, dato che non regge l’alcool, prese ad agitarsi, preparando­si a qualche scena apocalitti­ca. Il fratello di Paolo non lo conosceva, ma capì. Vide che erano sull’orlo del vulcano. Disse che erano stanchi e fece finire la serata. Fu così che questa prima unione di mondi andò bene. Ma non è che i mondi si uniscono con una sola prova. Venne il cinquantes­imo compleanno del padre di Ilaria. Paolo fu convocato in una stanza appartata in cui, oltre al padre di Ilaria, c’era lo zio. «È mia figlia» disse il padre con sguardo significat­ivo. «È mia nipote, disse lo zio. E io sono il padrino». Una scena inquietant­e. «Io alla tua età avevo già due figlie» disse il padre. Paolo si sentiva a disagio, sotto pressione. Cosa doveva dire? La situazione si sbloccò quando gli chiesero di recitare la formazione della Fiorentina dei due scudetti. Bisogna considerar­e che Paolo è romano di fede interista, ma Ilaria gliela aveva insegnata. Disse «Sì certo» e la recitò. Questo successo gli infuse un improvviso coraggio e se ne uscì con un arditissim­o: «Ma voi non sapete la formazione dell’Inter di Herrera». Invece il padre di Ilaria la sapeva, anche le riserve. E fu così che il calcio per una volta invece di dividere unì.

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Ilaria e Paolo

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