La veloce ascesa di Alban, l’azzardo di Corvino
Il sindaco Nardella: «È la dimostrazione che italiani e francesi possono fare squadra»
C’è un proverbio, dalle sue parti. Prende spunto da un gioco d’azzardo, e dice così. «Scarte fruscio, e ppiglie primera». Traduzione: scarti fruscio (un buon punto) sperando (ma senza averne la certezze) di pescarne uno migliore.
Ora, torniamo con la mente alla scorsa estate, e al primo (vero) colpo di Pantaleo Corvino. Cercava un portiere, inseguiva Meret poi, alla fine decise di mollare la presa. Anche perché l’Udinese, per cederlo, chiedeva di 25 milioni di euro. E così alla fine, per 7 milioni, ecco Lafont. Domanda: sicuri che tra i due ci siano 18 milioni di differenza? No. Anzi. Ad oggi, considerando anche i tanti infortuni rimediati dal portiere del Napoli, stravince il francese. Uno che, proprio nel faccia a faccia con il rivale, ha tirato fuori la sua miglior prestazione stagionale. Ieri, tutti parlavano di lui. A Firenze, ma non solo. E pensare che fino a qualche settimana fa, in diversi, storcevano la bocca. Colpa di qualche (più che comprensibile) errore. Basta pensare alla partita col Sassuolo. O alla papera (per sua fortuna resa ininfluente dal Var) col Chievo.
Eppure, proprio in quei momenti, Lafont ha tirato fuori il meglio di sé. È, questo, l’aspetto che più ha colpito lo stesso Pioli. La personalità, la capacità di reagire nel momento più difficile. Ora, i numeri son tutti dalla sua parte. In 23 presenze ha mantenuto inviolata la porta in 7 occasioni (meglio di lui solo Handanovic, Sirigu e Consigli, con Szczesny al suo pari), ha parato un rigore (decisivo, col Chievo), ha compiuto 59 parate e, secondo Transfermarkt.com, il suo valore di mercato è già raddoppiato.
A Firenze insomma, il rapporto Italia/Francia non potrebbe essere migliore. Altroché scontri, attacchi inauditi, ambasciatori richiamati a Parigi. «Basterebbe che a volte i politici nazionali stessero un po’ con i piedi per terra e guardassero i buoni esempi che vengono anche dal calcio», dice il sindaco Dario Nardella. «Come quello della Fiorentina, la squadra più giovane del campionato. Qui gioca anche la delegazione più folta di calciatori francesi. Come il giovanissimo Lafont, esempio di fair play e di talento, come dimostrato contro il Napoli. Italiani e francesi giocano insieme nella stessa squadra, per lo stesso obiettivo. Se dovessero dar retta alle bischerate del governo che dichiara guerra alla Francia per buttarla in caciara, perderebbero tutte le partite».
A proposito. Oggi, lo stesso Nardella, presenterà la nuova Linea 2 della tramvia. Attesa, sognata e gestita, guarda un po’, da un’azienda (Gest) francese. Da queste parti, insomma, Francia e Italia viaggiano a braccetto.