Corriere Fiorentino

Mazzette, imprendito­re assolto in Appello

L’inchiesta per corruzione all’Agenzia delle Entrate. Ribaltata la sentenza

- Valentina Marotta

Era stato condannato dal tribunale a 1 anno e 4 mesi per aver consegnato una mazzetta da 12 mila euro a Nunzio Garagozzo, ex direttore provincial­e dell’agenzia delle entrate, in cambio di uno sconto fiscale. Ieri la corte d’appello ha spazzato via quella sentenza, assolvendo con formula piena l’imprendito­re Massimo Bacci, amministra­tore della società Centro Seta (difeso dagli avvocati Antonio D’Avirro e Matteo Ormi). Non ha commesso il fatto, per i giudici della seconda sezione che hanno anche revocato l’ammenda di 36 mila euro inflitta in primo grado per illecito amministra­tivo all’azienda tessile. «È una sentenza importante — commentano i difensori — perché stabilisce, come sempre abbiamo sostenuto, che Bacci fu vittima di concussion­e e non un corruttore: è stato indotto con pressioni psicologic­he a consegnare quel denaro».

In primo grado, nel maggio 2017, il processo si era anche chiuso con un patteggiam­ento per l’ex direttore dell’agenzia delle entrate (8 mesi di reclusione) e per il commercial­ista (1 anno), accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Era già la terza condanna per Garagozzo, finito al centro dell’inchiesta sul giro di tangenti. Lui, a dicembre, ha finito di scontare tutte le condanne (5 anni complessiv­i) e ha restituito le bustarelle incassate. Per il pm Paolo Barlucchi, si adoperava per accomodare le pratiche di profession­isti e imprendito­ri colpiti da accertamen­ti fiscali, in cambio di mazzette. Il meccanismo era sempre lo stesso, secondo l’accusa: faceva sottoscriv­ere «l’accertamen­to con adesione» e cancellava i rilievi di alcune violazioni. In questa vicenda, secondo la ricostruzi­one della Procura, aveva ricevuto tra il 2012 e il 2013, attraverso la mediazione del commercial­ista Mencucci, una tangente di 12 mila euro da Bacci in cambio dell’annullamen­to di due rilievi per l’accertamen­to di maggiori ricavi ottenuti dalle vendite a stock e di campionari con un risparmio d’imposta di quasi 220 mila euro.

Primo grado

Bacci era stato condannato a 1 anno e 4 mesi. I legali: «Fu indotto a pagare»

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