Un’altra Africa da scoprire nella due giorni di Kibaka
Non c’è nessun titolo di punta, ma la due giorni sul cinema africano del festival Kibaka in programma oggi e il 19 dalle 18 con vari titoli, tra corti e lungometraggi ci darà una visione diversa, meno conformista, di cosa sta diventando oggi il continente africano, quello che vive in loco e quello che da generazioni migra nei nostri Paesi. Si parlerà d’integrazione, di ruolo delle donne che va cambiando, di coppie miste, del cambiamento di quelle terre da quando i cinesi hanno cominciato a prender campo. Si parte oggi alle 18 con 24Hour Barbershop di Eusebio Di Cristoforo, racconto per immagini di un locale gestito e frequentato da africani ma situato a Firenze, in via Palazzuolo. A seguire Special Day di Gaston Biwolé e Kassim Yassin Saleh, ambientato a Roma dove un giovane burkinabé legato alla figura di Sankara sceglie di adottare un ragazzino dell’est. Si continua con Trek Point di Tommaso Cavallini, storia di una matrimonio misto ma con logiche ribaltate rispetto a quelle che ci si aspetterebbe, con Ancora un giorno di Raúl de la Fuente e Damian Nenow, un po’ documentario e un po’ film di animazione sul viaggio in Angola nel 1975 di Ryszard Kapuscinski e si finisce con Tant Qu’on Vit di Dani Kouyaté storia di un’immigrata burkinabé che, dopo aver avuto un figlio in Svezia sceglie di tornare nel paese d’origine portando con sé un figlio a tutti gli effetti europeo che con questo nuovo mondo deve fare i conti. Il 19 i film saranno tre: alle 18,15 proiettano Indovina chi porto a cena di Amin nour storia di un romano di origine somala che si prepara a incontrare i genitori della sua ragazza, russa di origine ma italiana a tutti gli effetti, di cui teme il giudizio. A seguire Ni Sisi di Nick Reding, sulle elezioni in Kenya e Tanger Gool di Juan Gautier sul ruolo delle donne in Marocco come promotrici di miglioramento sociale.