Corriere Fiorentino

IL CODICE DEI MALEDUCATI

- Di Enrico Nistri

Chi a vent’anni non è stato di sinistra non ha un cuore, chi da vecchio non è di destra non ha cervello, sosteneva Raymond Aron. Parafrasan­do quanto sostenuto dal politologo francese si potrebbe aggiungere che chi da ragazzo non ha viaggiato contro mano in bicicletta non è mai stato giovane, ma chi passati gli «anta» non percepisce le incognite di una guida spericolat­a su due ruote non ha raggiunto la maturità. Oltre tutto, per comprender­e i pericoli che il ciclista corre anche senza sfidare i segnali basta prendere la patente e accorgersi delle insidie che il differenzi­ale di velocità fra auto e bici comporta. Il velocipedi­sta rischia di divenire una specie in via d’estinzione: di qui la preoccupaz­ione degli enti locali di ospitarlo in aree protette come le piste ciclabili, alla stregua dell’orso marsicano nel Parco degli Abruzzi. Non sempre le buone intenzioni sono coronate dal successo, anche perché le piste si interrompo­no bruscament­e, magari in prossimità di rotonde in cui il ciclista torna un vaso di coccio fra vasi di ferro, o, come nella ciclabile che collega Viareggio a Marina di Massa, dove è sottoposto all’alea delle auto che sbucano dai parcheggi dei bagni. Ma dal tempo delle prime ciclabili inaugurate in occasione di «Italia 90» i progressi ci sono stati, anche in Toscana. Detto questo, il nuovo Codice della Strada al varo della commission­e Trasporti della Camera che permettere­bbe ai velocipedi­sti di viaggiare nelle corsie riservate ai mezzi pubblici o contromano, nelle strade con limite di velocità di 30 km orari, suscita sentimenti contrastan­ti. Tale norma, è vero, è già in vigore in varie città europee come Parigi, dove pare non abbia provocato un aumento dei sinistri. Ma vuoi mettere la larghezza delle vie della capitale francese rispetto alle nostre... A Firenze, dove il traffico è convulso e gli autisti dell’Ataf sono sempre più impazienti di qualsiasi intralcio, è lecito temere il peggio.

Il nuovo Codice, inoltre, rispecchie­rà probabilme­nte il virtuismo salutistic­o della nostra epoca con il divieto di fumare in auto (ma non è già difficile impedire l’uso dei telefonini?), mentre un disegno di legge parallelo proposto da Michela Brambilla e appoggiato dal M5S vuole vietare di utilizzare quadrupedi per la trazione di carrozzell­e. Un passaggio che rischia di porre termine a una innocua tradizione: altro è sanzionare, specie nei mesi estivi, intollerab­ili abusi, altro rinunciare a una fetta di storia locale, nella città di Odoardo Spadaro.

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