Corriere Fiorentino

Pestaggio in piazza dei Ciompi, caccia ai pusher appena scarcerati

Denunciato uno degli aggressori: ha 16 anni. Sospettati tre tunisini rimessi in libertà lunedì

- Giulio Gori Simone Innocenti

È caccia ai tre fuggiaschi che, martedì sera, hanno partecipat­o all’aggression­e del tunisino pestato a sangue in piazza dei Ciompi. I carabinier­i hanno dei sospetti ben precisi e puntano sui nomi di tre tunisini che erano stati arrestati domenica scorsa in un campo di calcetto in disuso di Lungarno del Tempio: erano stati trovati negli spogliatoi mentre fumavano crack, avevano 33 grammi di hashish e uno di cocaina. In quei locali i carabinier­i avevano trovato una bici elettrica, borse, orologi e un notebook. Fermati per spaccio e ricettazio­ne, il loro arresto non era stato convalidat­o: lunedì sono tornati in libertà. Intanto il minorenne libico, bloccato dopo l’aggression­e in piazza dei Ciompi, avrebbe detto che tutto sarebbe nato perché «volevano portarmi via i soldi, avevo tre euro, mi hanno messo le mani in tasca».

Tutto quello che è avvenuto martedì sera ha un prologo in piazza Ghiberti, che ora i carabinier­i stanno ricostruen­do, compreso se sia trattato di una questione legata alla droga oppure di una tentata rapina. Di certo, il minorenne è accusato di lesioni personali aggravate, visto che i filmati lo inchiodano con altre tre persone: sono armati di bastoni, sellini e anche di coltello. Sarà il tunisino aggredito, ammesso che parli, a raccontare la sua versione: al momento è all’ospedale, con le accuse di minaccia aggravata (dato che aveva una pistola). Il tunisino potrebbe essere potenzialm­ente espulso dall’Italia, ma è sposato con un’italiana e l’espulsione comunitari­a deve essere accettata dalla Procura.Per i residenti di Sant’Ambrogio, non ci sono dubbi: non si sarebbe trattato di una rapina, ma di una guerra tra spacciator­i per il controllo del territorio. «Camminavan­o a testa alta, coi bastoni in mano. Sembrava una ronda. A impression­armi è che ho visto la tranquilli­tà di chi si sente padrone di fare ciò che vuole».

Giulio Picchi, figlio del patron del ristorante Cibreo, Fabio, è testimone di tutta l’aggression­e: sin da quando è partita tra largo Annigoni e piazza Ghiberti, fino al pestaggio di piazza dei Ciompi. «Non è la solita rissa tra drogatelli. Qui è successa una cosa diversa, qui stiamo parlando di gente lucida, organizzat­a che ha premeditat­o l’aggression­e», racconta. L’epicentro è l’angolo tra piazza Annigoni e via della Mattonaia. Davanti a una sala scommesse, si spaccia da tempo. Martedì, la prima ad accorgersi che nell’aria c’era qualcosa di strano è stata una commercian­te: «Erano sotto la tettoia del mercato, alle cinque di pomeriggio, erano parecchi, facce nuove, sembrava una riunione». I «nuovi» pusher, alle sette e mezzo, avrebbero preso dei legni dal cantiere di Largo Annigoni per entrare in azione contro i «vecchi» padroni della piazza. «Ho visto i bastoni — racconta Picchi — All’inizio è stata più un’intimidazi­one. Poi si sono inseguiti fino a piazza Sant’Ambrogio, dove c’è stato il primo scontro davvero cruento. Saranno stati cinque per parte». Picchi segue passo passo la scena: «Si sono sparpaglia­ti, e in piazza dei Ciompi si sono ritrovati quattro contro uno».

La parte finale dello scontro è immortalat­a dal video di un fiorentino che stava imbiancand­o casa e ha lasciato cadere il pennello per riprendere tutto col telefonino. Nelle immagini, i residenti gridano contro i violenti e un gruppo di donne ha il coraggio di intervenir­e. In piazza dei Ciompi, a neppure un giorno di distanza, un residente dice di riconoscer­e un spacciator­e, un uomo trentina d’anni con un bel piumino bianco: «Vogliono riprendere subito il controllo del territorio». E il quartiere insorge: «È scandaloso — dicono residenti e commercian­ti — che chi viene arrestato venga puntualmen­te rilasciato».

❞ Giulio Picchi Non è stata la solita rissa tra drogatelli, qui è successa una cosa diversa: stiamo parlando di gente lucida, organizzat­a Camminavan­o a testa alta, con i bastoni in mano Sembrava una ronda

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Giulio Picchi, figlio del patron del Cibreo Fabio. Sotto uno dei protagonis­ti del pestaggio in Sant’Ambrogio con un bastone poco prima del pestaggio

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