Gian Gastone e il regno della perdizione
All’inizio il suo governo fu pieno di saggezza, ma poi si lasciò andare ai peggiori istinti
volle con sé nel 1695 quando, preoccupato per la mancanza di eredi da parte dei figli, intraprese un pellegrinaggio a Loreto accompagnato da un seguito di 150 persone. Il Granduca al ritorno da Firenze decise che era ora che Gian Gastone si maritasse e grazie alla scelta, tanto decisiva quanto sfortunata, della sorella, andò in sposo nel 1697 ad Anna Maria Francesca, figlia del duca Giulio di Sassonia Lauenburg e vedova dell’elettore palatino Filippo di Neuburg, una donna che si rivelò fredda, scostante, con abitudini quasi maschili e spartane in netto contrasto con quelle della corte medicea e che non ne volle sapere di venire in riva all’Arno, costringendo il Medici a trasferirsi nella fredda Boemia. Si narra che il matrimonio non sia mai stato consumato ed il futuro Granduca tra i suoi paggi aveva il bellissimo Giuliano Dami, suo amante ed ex garzone di fattoria che presto divenne ricco spillando soldi al Medici, ma di certo fino al 1705, anno del definitivo ritorno in patria, il suo sfortunato matrimonio fu l’oggetto delle preoccupazioni maggiori dei Medici mentre i figli ovviamente non arrivavano e Gian Gastone passava sempre più tempo lontano dalla moglie in giro per le corti di tutta Europa, viaggiando perfino in incognito come «marchese di Siena», spesso ubriaco e cercando baldoria con il fido Dami. Il fratello maggiore Ferdinando intanto si era sposato nel 1969 con Violante di Baviera ma complice la sifilide che aveva contratto non aveva avuto figli e così quando Gian Gastone tornò a Firenze e si separò di fatto dalla moglie, il povero Granduca Cosimo III sempre più disperato per la mancanza di eredi fece sposare l’ex cardinale Francesco Maria de’ Medici con la giovane Eleonora Gonzaga di Guastalla, ma l’anziano ed obeso zio di Gastone morì nel 1711 senza lasciare eredi, seguito due anni dopo da Ferdinando. Gian Gastone, insomma, era rimasto l’unico maschio della casata e nel 1723, alla morte di Cosimo III divenne finalmente Granduca. Pur circondato dai ruspanti e dando scandalo, nei primi anni governò con saggezza, rivitalizzando l’economia grazie all’abbassamento delle tasse e ad interventi sul sistema finanziario, ridimen- sionò il peso della Chiesa locale e romana e della Inquisizione che con il pio Cosimo era cresciuta a dismisura, mentre in politica estera seppe destreggiarsi mantenendo la neutralità tra Spagna ed Austria, nonostante le forti pressioni dei due «colossi» europei. Complice la gotta e malanni vari Gian Gastone cominciò a passare sempre più tempo a letto, a Palazzo Pitti, delegando ad esempio a Violante di Baviera la sua rappresentanza in occasioni pubbliche ed il Dami assunse tutto il potere, rubando a più non posso e gestendo a suon di mazzette il traffico, sessuale e non solo, attorno al letto granducale. Relegato nella sua volontaria reclusione a Pitti, sempre più obeso e disinteressato perfino alla pulizia delle sue lenzuola (non lasciava mai il letto, neppure per mangiare), assediato dalle potenze europee che come avvoltoi si disputavano sulle sue «spoglie» il Granducato, Gian Gastone tra cronaca e leggenda nera scivolò nell’abulia, continuando a distribuire cariche e favori a persone di dubbia fama e moralità, mentre la sorella Anna Maria Luisa assisteva inorridita a tutto ciò, lontana dagli eccessi.
Con l’inizio del 1737 Gian Gastone sentì la morte avvicinarsi ma non cambiò comportamento, anzi, mentre gli Asburgo-Lorena si preparavano a diventare Granduchi, e solo negli suoi ultimi giorni di vita Anna Maria Luisa tornò a Pitti, scacciò la turba dei ruspanti e dette aria e luce alla camera da letto del fratello. Dove Gian Gastone, ultimo Granduca di Toscana di casa Medici, assistito dalla sorella, ripulito e rivestito come meritavano il suo rango e la storia della casata, dopo essersi confessato ed aver ricevuto l’estrema unzione, spirò serenamente.
9. Continua. Le altre puntate: 8, 16 e 27/12/2018, 13, 2027/01; 3-10/02 2019
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Passò l’infanzia da solo, lontano dal cuore di Cosimo III che amava Ferdinando e soprattutto Maria Luisa. Il matrimonio combinato fu un disastro e alla moglie preferì il bellissimo Giuliano Dami, ex garzone di fattoria che diventò ricco con i soldi dei Medici