Corriere Fiorentino

Careggi, 2 anni per una diagnosi

Esposto dei pazienti del laboratori­o genetico: non sappiamo cosa rischiano i nostri figli

- Antonella Mollica

Stanno ancora aspettando il risultato, alcuni a distanza di due anni dagli esami. Da settembre 2017 a ottobre 2018 il centro di diagnostic­a genetica di Careggi dove è stato eseguito il prelievo di sangue è stato continuame­nte sollecitat­o dai pazienti ma la risposta è stata sempre la stessa: bisogna aspettare. Alla fine alcuni di loro si sono visti costretti a presentare un esposto in Procura per chiedere che vengano accertate le responsabi­lità di questa lentezza che si protrae da oltre due anni.

La chiamano la malattia silenziosa. Uccide spesso senza preavviso. La cardiomiop­atia ipertrofic­a porta all’ispessimen­to graduale del muscolo cardiaco ma soprattutt­o è una patologia genetica ereditaria. Per questo, quando viene diagnostic­ata, diventa fondamenta­le fare il test per stabilire il rischio di trasmissib­ilità familiare. È quello che hanno fatto i pazienti affetti da questa malattia che si sono rivolti all’ospedale di Careggi. Peccato, però, che molti di loro, a distanza di due anni, stiano ancora aspettando il risultato.

Da settembre 2017 a ottobre 2018 l’ambulatori­o dove è stato eseguito il prelievo di sangue è stato continuame­nte sollecitat­o dai pazienti ma la risposta è stata sempre la stessa: bisogna aspettare. Alla fine alcuni di loro si sono visti costretti a presentare un esposto in Procura per chiedere che vengano accertate le responsabi­lità di questa lentezza, in un centro di eccellenza quale è Careggi, che si protrae da oltre due anni.

«Ogni volta che abbiamo cercato di capire i motivi di questo ritardo abbiamo ricevuto risposte evasive — racconta uno dei firmatari dell’esposto — ci hanno chiesto di avere pazienza ma adesso, dopo due anni, la pazienza è finita». Inutile descrivere lo stato di sofferenza di queste persone costrette a convivere con una spada di Damocle sulla testa e anche con il timore che i propri figli o nipoti possano trovarsi a fare i conti con la stessa malattia.

I risultati dei test genetici in genere sono disponibil­i nell’arco di sei mesi dal prelievo. Ma a Careggi negli ultimi due anni qualcosa è cambiato. Alcuni pazienti ad ottobre, dopo aver chiesto nuovamente informazio­ni sull’esame effettuato due anni fa, si sono visti rispondere dall’azienda ospedalier­a con una lettera, in cui si spiega che il laboratori­o genetico sta affrontand­o una riorganizz­azione «con l’inseriment­o di tecnologie di alta specializz­azione». Questo, si spiega, ha portato «ad uno slittament­o dei tempi di refertazio­ne». «Da quello che capiamo — dice il paziente — sembra che almeno alcuni esami siano pronti ma che nessuno possa scrivere il referto. Il che, forasintom­atica se, è ancora più grave».

Nella lettera assicurano che gli agognati risultati del test arriverann­o comunque entro dicembre 2018. «Ma fino ad oggi — raccontano nell’esposto — non c’è stata nessuna novità. Un’attesa logorante che ci getta in uno stato di grave incertezza e prostrazio­ne psicologic­a».

Il sintomo più diffuso di questa malattia sono le aritmie, si può svenire durante uno sforzo e possono esserci palpitazio­ni, vertigini, annebbiame­nto della vista e fiato corto. Molto spesso però la cardiomiop­atia ipertrofic­a è e quindi non viene diagnostic­ata, per questo è una delle principali morti improvvise tra i giovani, anche atleti.

«Non sappiamo quanti sono i pazienti nella nostra stessa condizione — dicono — ma da voci di corridoio sappiamo che siamo in tanti ad aspettare il risultato del test genetico, anche malati di altre patologie non cardiache. Per questo ci siamo rivolti alla magistratu­ra: vogliamo sapere cosa sta succedendo in quel laboratori­o».

❞ Sembra che in tanti stiano aspettando l’esito degli esami, vogliamo sapere cosa succede in quel laboratori­o di genetica Finora dall’ospedale ci hanno dato solo risposte evasive, ora la pazienza è finita

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