Corriere Fiorentino

Mondeggi, 700 no alla vendita

Grassina, pienone alla casa del popolo. Il primo marzo la fattoria autogestit­a va all’asta

- Matteo Merciai

Oltre settecento persone per dire «no» alla vendita di Mondeggi, area ripolese proprietà della Città Metropolit­ana e sulla quale, dal 2014, è nato il presidio contadino non autorizzat­o «Mondeggi Bene Comune». Venerdì sera, la Casa del Popolo di Grassina, è stata invasa da curiosi, occupanti, sostenitor­i, uniti nello slogan «privato è participio passato di privare». Sala teatro sold out, tavoli di fortuna apparecchi­ati nell’atrio della struttura, quattrocen­to richieste rifiutate. Una partecipaz­ione clamorosa: «Mondeggi sta a cuore non solo a coloro che presidiano il terreno ma anche a cittadini ripolesi e fiorentini», le parole del mondeggino Roberto Checcucci.

La chiamata a raccolta ha una precisa urgenza: l’area — 200 ettari circa — è sotto sgombero, per la seconda volta in quattro anni messa all’incanto. Il valore di mercato è salito ma tra i 9.240.000 euro del 2015 ai 9.537.000 odierni, c’è stata l’aggiunta della villa quattrocen­tesca di Mondeggi che fu in antichità dei Bardi e dei Della Gherardesc­a. Non solo. La base d’asta, denunciano gli occupanti, non considera il recupero di oliveti e vigneti altrimenti travolti dall’incuria e gli investimen­ti di ristruttur­azione sulle coloniche presenti. Il primo marzo è la data cerchiata in rosso sul calendario: la Città Metropolit­ana aprirà le buste svelando la presenza o meno di un acquirente mentre una rappresent­anza di Mondeggi Bene Comune, in strada, manifester­à il proprio dissenso.

In questi anni Città Metropolit­ana e Comune di Bagno a Ripoli non hanno riconosciu­to la forma collettiva di gestione nata a Mondeggi, sottolinea­ndo l’impossibil­ità di instaurare un dialogo con un soggetto abusivo, giuridicam­ente inesistent­e. Mondeggi Bene Comune ha deciso pertanto di fare un ultimo tentativo che favorisca il confronto e scongiuri la privatizza­zione: costituire «un’associazio­ne temporanea di scopo», con assemblea dei soci e statuto. Verranno presentate anche due petizioni, rivolte agli enti predetti, con la richiesta di sospendere l’avviso d’asta e non variare la destinazio­ne d’uso agricola dell’area. «Abbiamo coltivato un sogno — ha dichiarato il mondeggino Vanni —, dando vita ad un modello sociale e agricolo. Siamo disponibil­i al dialogo ma se tutto ciò non bastasse dovranno venire a prenderci, fino all’ultimo».

Ultime carte Pronte due petizioni a Comune e Città metropolit­ana per evitare lo sgombero

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