Corriere Fiorentino

E lui la aiutò a spostare i suoi oggetti pesanti

- Di Enzo Fileno Carabba

Francesca lavorava in una compagnia di assicurazi­oni. Gianni aveva pagato con un bonifico, non gli era arrivato il tagliando e si presentò in agenzia per chiederlo. «Che tipo preciso» pensò lei. Le chiese se voleva un caffè. «Con colazione» aggiunse. Preciso ma munifico. Lei disse di no perché non voleva lasciare la postazione. Appena fu andato via provò il desiderio di rivederlo e gli mandò una mail inventando che mancavano dei documenti. Lui rispose che li avrebbe portati ma non li portava. Francesca gli scrisse ancora: «Ti aspetto per la colazione perché sto dimagrendo troppo». Alla fine Gianni arrivò e lei guardando i documenti si accorse che era sposato. «Mi servono anche i documenti della moglie» disse. «A no sie, vista la situazione sarà difficile» (per i non fiorentini: «sie» significa più o meno «neanche per sogno»). Al bar, con stupore e piacere, si confidaron­o cose profonde. Non era un buon periodo per Gianni. Aveva una moglie, e una figlia bellissima. Ma il matrimonio non andava bene, non c’erano più slanci d’affetto. Neanche la situazione di Francesca era buona, questo Gianni lo capiva, ma non era chiaro perché. Mentre uscivano dal bar lei glielo disse: suo marito era morto da qualche anno. Per mesi si frequentar­ono come amici. Lui si separò e andò a vivere da solo. Il sentimento tra loro stava crescendo, per Francesca era chiaro. Ma a volte la precisione di Gianni sembrava porre dei freni. Mangiarono una pizza in collina e lei disse: «Guarda che tramonto bellissimo». «A me i tramonti fanno schifo» rispose lui. Un’altra volta lei gli parlò di amore, così come argomento generale. Lui rispose che dopo l’adolescenz­a non si ama più. «A questa età niente amore. Impossibil­e» aggiunse per chiarire il concetto. Restavano i viaggi. «Amo viaggiare» disse lei. «Io preferisco stare fermo». Che tipo impossibil­e. Eppure c’era qualcosa, in lui, che contrastav­a con le sue dichiarazi­oni. Quell’estate, Gianni era all’isola d’Elba con sua figlia, e lei era nella stessa isola con le sue due figlie. Si incontraro­no tutti insieme. Francesca ama spostare oggetti, anche pesanti. Nell’esercizio di questa attività ricreativa si era fatta male e arrivò all’appuntamen­to sfracellat­a. Dal modo in cui lui la curò col mercurio cromo le figlie si accorsero che c’era amore, o come vogliamo chiamarlo. Infatti lui ora la aiuta a spostare oggetti e lei lo aiuta a realizzare i suoi sogni. Quegli stessi sogni per cui, in passato, gli era capitato di essere preso in giro. Gianni era botanico ma insoddisfa­tto. «Cosa ti piace fare?» gli ha chiesto lei. Lui glielo ha detto. «Bè, fallo». E Gianni ha cambiato tutto.

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Insieme Francesca e Gianni

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