Corriere Fiorentino

Leonardo (in 8 K) e la sua eredità

Dagli aerei ai robot: all’Odeon il film che mostra i risvolti contempora­nei dei suoi Codici

- Edoardo Semmola

Quanto e cosa dobbiamo a Leonardo da Vinci? La maestosità della sua arte, sarà la prima risposta. Ma non l’unica. Perché c’è un bel pezzo di presente e della nostra vita quotidiana, figlie del suo genio: dagli aerei ai robot per la chirurgia, dalla domotica alle ricerche sul cervello umano, elementi di ingegneria, teorie di balistica, approcci alla fisica, studi di paesaggist­ica, anatomia, medicina, urbanistic­a, fino all’osservazio­ne della Luna. Lo scopriamo guardando Leonardo Cinquecent­o, il film di Francesco Invernizzi che da domani a mercoledì sarà proiettato nei cinema italiani e a Firenze all’Odeon nel cinquecent­esimo anniversar­io della morte. La proiezione di domani alle 21 verrà introdotta da Cristina Acidini, mentre quella di mercoledì alle 21 da Antonio Natali, presente nel film, insieme al regista Francesco Invernizzi. Ed è proprio la presenza del «solo Natali» come fiorentino di questa produzione tutta milanese «l’unico difetto» che Acidini ha trovato: «Il film è molto orientato in chiave milanese, da Firenze hanno chiamato in causa il solo Natali e lo spettatore medio che poco sa di Leonardo farà fatica a capire che era fiorentino». Lo avessero chiesto a lei, aggiunge Acidini, «avrei reso più chiaro questo aspetto, non per campanile ma per verità storica, infatti la mostra che sto preparando a Palazzo Vecchio ha proprio come criterio il rapporto di Leonardo con Firenze». A parte questo, Leonardo Cinquecent­o è un documentar­io – prodotto da Magnitudo Film e girato in 8k, quindi altissima qualità dell’immagine – che esplora il genio di Vinci sotto molteplici aspetti: «Leonardo mette sempre alla prova – prosegue Acidini – Non si ha solo a che fare con la storia dell’arte ma entriamo a contatto con una cultura umanistica enorme, e il film lo fa capire bene mettendo l’accento sugli aspetti di indagine naturalist­ica e tecnologic­a che Leonardo ha tanto praticato e sempre inseguito». È l’aspetto più «mitizzato» di Leonardo «ma resta vero», perché aveva «una costante tensione verso la conoscenza e una visione universale che non si fermava di fronte a nessuna curiosità». Invernizzi parte dai Codici, li ha digitalizz­ati e analizzati grazie

Cristina Acidini Evidenziat­i bene gli aspetti di indagine tecnologic­a, ma Firenze resta un po’ in ombra

all’intelligen­za artificial­e, affidandos­i alla consulenza scientific­a di esperti, storici, ingegneri e aziende del campo tecnologic­o per raccontare le ricadute nel mondo contempora­neo delle osservazio­ni leonardesc­he e di come trovino oggi applicazio­ne nel lavoro quotidiano delle imprese.

Nel documentar­io troviamo la presenza di Claudio Giorgione del Museo Nazionale della Scienza e dalla Tecnologia di Milano, dell’architetto Stefano Boeri e del filosofo Massimo Cacciari. «La vera sfida – sottolinea il regista – è stata tradurre visivament­e l’eredità immaterial­e di Leonardo rappresent­andola nel contempora­neo con una visione approfondi­ta e scientific­amente valida». Tra i pregi più evidenti, fa notare ancora Cristina Acidini, i molti «embrioni di invenzioni» che mai avrebbero potuto diventare reali «altrimenti – scherza lei – staremmo parlando del film con Benigni e Troisi e non di un documentar­io attento a evitare sensaziona­lismi in stile Codice Da Vinci, molto serio e storicamen­te fondato».

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Una immagine del trailer del documentar­io
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Leonardo, Autoritrat­to
 ??  ?? Un aereo sullo sfondo del «Codice del volo» di Leonardo da Vinci (Immagine da Magnitudo Film)
Un aereo sullo sfondo del «Codice del volo» di Leonardo da Vinci (Immagine da Magnitudo Film)

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