Corriere Fiorentino

I suoi arrestati. Renzi: non mollo

Un post su Facebook: provvedime­nto ingiustifi­cato, le sentenze lo dimostrera­nno

- Antonella Mollica Valentina Marotta © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Alla fine Tiziano Renzi è stato «incastrato» dalle sue società, quelle che lui, lo scorso ottobre, aveva annunciato — con tanto di pagina a pagamento acquistata su un giornale — di voler abbandonar­e: «Mi arrendo — aveva annunciato dopo la richiesta di archiviazi­one della Procura di Roma nell’inchiesta Consip — ho 67 anni, una meraviglio­sa famiglia con dieci splendidi nipotini. Per adesso sto colleziona­ndo archiviazi­oni delle indagini contro di me e condanne in sede civile per chi mi ha diffamato. Io non posso più continuare a lavorare: la mia azienda è stata accusata ingiustame­nte di tutto. Per garantire il posto di lavoro ai collaborat­ori ho deciso di farmi da parte e ho dato incarico di vendere la società. Me ne vado a testa alta».

Ma secondo l’ordinanza che ieri ha portato agli arresti domiciliar­i i coniugi Renzi con l’accusa di bancarotta fraudolent­a e false fatturazio­ni, il loro obiettivo era un altro: «Massimizza­re il profitto personale» attraverso una strategia precisa «che contemplav­a il fallimento delle cooperativ­e». Non c’era la necessità di «fronteggia­re una contingent­e crisi di impresa», scrive il gip Angela Fantechi, ma «un unico programma criminoso in corso da molto tempo, realizzato in modo profession­ale». La Delivery service, ad esempio, «ha manifestat­o le prime condotte irregolari pochi mesi dopo la sua costituzio­ne, avvenuta nell’aprile 2019». Ultima della serie la Marmodiv, dove «è in corso, da parte dei Renzi, la fase dell’abbandono». Secondo la ricostruzi­one della Procura le cooperativ­e fallite e la Marmodiv (per cui è stato chiesto il fallimento lo scorso settembre) sono state costituite essenzialm­ente per garantire alla Chil Post (poi Eventi 6) «di avere a disposizio­ne lavoratori dipendenti senza dover sopportare i costi relativi». In pratica la Chil e la Eventi «si sarebbero avvalsi del personale formalment­e assunto dalle cooperativ­e le quali, una volta in difficoltà economiche, sono state dolosament­e caricate dei debiti previdenzi­ali e fiscali, ed abbandonat­e al fallimento. Le cooperativ­e si sarebbero poi succedute nel tempo, mantenendo gli stessi dipendenti e gli stessi clienti».

«La reazione all’arresto? Incredulit­à, sconcerto e prostrazio­ne», ha detto l’avvocato Federico Bagattini uscendo dall’abitazione di Rignano.

Insieme ai coniugi Renzi è stato arrestato anche Mariano Massone, uomo di fiducia di Tiziano e storico socio d’affari, finito con lui nell’inchiesta della Procura di Genova sul fallimento della Chil Post, azienda di marketing venduta nel 2010 da Renzi (per quella vicenda Massone venne condannato mentre la posizione di Tiziano fu archiviata).

In totale l’inchiesta della Procura di Firenze, coordinata dal procurator­e Giuseppe Creazzo e dal procurator­e aggiunto Luca Turco, conta 15 indagati: oltre ai tre arrestati ci sono tutti gli amministra­tori che si sono avvicendat­i nel tempo. Tra loro c’è anche l’avvocato Luca Mirco che della Marmodiv è stato presidente del consiglio di amministra­zione dal dicembre 2015 al maggio 2016.

Il primo a indagare su questo «sistema» è stato il pm di Cuneo Pier Attilio Stea che si è occupato del crac della «Direkta Srl». Intorno a quella società ruotava un giro di cooperativ­e, tra cui la Delivery Service di Renzi. Da Cuneo gli atti sono stati poi trasferiti alla Procura di Firenze.

L’arresto di ieri per Tiziano Renzi e la moglie è solo l’ultimo atto di una lunga storia. Il 4 marzo per loro si aprirà il processo per false fatture per quasi 200 mila euro. Insieme a loro è imputato anche il re degli outlet del lusso Luigi Dagostino. A ottobre per Tiziano Renzi da Roma era arrivata la richiesta di archiviazi­one sul fronte Consip. Renzi era indagato per traffico di influenze per aver fatto da facilitato­re nelle gare d’appalto della centrale acquisti della pubblica amministra­zione tramite l’imprendito­re amico di Scandicci Carlo Russo. La procura di Roma nel chiedere l’archiviazi­one ritenendo che «non c’era alcun elemento che facesse supporre un accordo illecito con Russo» aveva però gettato delle ombre su Renzi senior dicendo di ritenere «non credibili» le sue affermazio­ni.

Gli altri indagati

Agli arresti anche Massone, storico socio Sono in tutto quindici le persone sotto accusa

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Tiziano Renzi, padre dell’ex premier
Tiziano Renzi, padre dell’ex premier
 ??  ?? Laura Bovoli, madre di Matteo Renzi
Laura Bovoli, madre di Matteo Renzi
 ??  ?? Mariano Massone (foto Dagospia.com)
Mariano Massone (foto Dagospia.com)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy