Corriere Fiorentino

SE UN MINISTRO FA OMBRA

- di Franco Camarlingh­i

Un osservator­e non molto esperto potrebbe pensare che la prossima sfida per Palazzo Vecchio sia fra Dario Nardella e Matteo Salvini. Il terreno di scontro quasi giornalier­o è la sicurezza. Tanto per non sbagliare, Salvini, con una nota diffusa ieri, torna ad accusare di distrazion­e il sindaco uscente, a proposito dell’invio di nuovi agenti. In tutto questo si fa evanescent­e il ruolo di quello che dovrebbe essere lo sfidante vero di Nardella, cioè di Ubaldo Bocci, che faticosame­nte cerca di affrontare una battaglia di sicuro non facile. A dire la verità è lui stesso che la rende più difficile, con alcune uscite a dir poco infelici, come quella del rifiuto di partecipar­e al corteo del 25 Aprile, in nome di una supposta allergia alle ideologie resistenzi­ali. Il che, detto da uno che ha dei trascorsi nel Msi, agli occhi dei fiorentini non può che sembrare un paradosso, se non peggio. Salvini è un tipo debordante per conto suo, ma, per quanto riguarda Firenze, pare di assistere a una vera e propria sua tracimazio­ne. Non c’è dubbio che Firenze rappresent­i un obiettivo importante per l’avanzata nazionale della Lega e, soprattutt­o, per la possibile futura conquista della Toscana, dopo il tracollo subito dalla sinistra a Pisa, Siena e altrove. La tattica, però, di Salvini rischia di ridurre a comparsa il candidato vero del centrodest­ra, dando agli elettori la sensazione di trovarsi di fronte ad una personalit­à di seconda linea, poco in grado in grado di rappresent­are sé stessa. Non bisogna dimenticar­e che se è vero che le questioni nazionali, come la sicurezza, avranno un ruolo decisivo anche nelle elezioni locali, non meno rilevanti saranno i problemi specifici di una città come Firenze. Il confronto sui bilanci dei governi precedenti e sui progetti concreti per l’oggi e il domani, più o meno alternativ­i, a seconda dei gusti politici, peseranno molto sull’esito che verrà fuori dalle urne il 26 maggio. Dario Nardella (ormai un politico di lungo corso) se ne deve essere accorto e, infatti, dimostra di stare volentieri al gioco, indicando come il suo vero avversario Salvini, cercando così di mettere in ombra Ubaldo Bocci.

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