L’ultima giostra dei caddy Poi la messa al bando
In piazza del Duomo, comitive di turisti compatte come falangi macedoni, pittori, dehors, fiaccherai, la coda per salire sulla Cupola del Brunelleschi. Un formicaio. Là in mezzo solo due timidi risciò, con le guide a bordo che ciondolano in attesa di un cliente. Che fine ha fatto l’invasione di risciò a pedali e caddy elettrici di due anni fa, quando il fenomeno era esploso generando polemiche a non finire? Con Palazzo Vecchio che ha cambiato più volte le regole in corsa, lo scorso anno c’era stata la ritirata. Ma ora, se i risciò sono rimasti quattro appena, i caddy (mutuati dalle macchinine dei campi da golf) sono tornati in massa, sono una venticinquina. E la loro «stazione centrale», visto che in Duomo non possono entrare a differenza dei colleghi a pedali, è diventata piazza della Repubblica.
Il segreto del ritorno in auge è che, in attesa del regolamento comunale che li disciplinasse, sono diventati quasi tutti collegati ad agenzie turistiche. Ma ora, l’assessore al turismo Cecilia Del Re il regolamento l’ha approvato: i risciò autorizzabili saranno fino a 12, ma non potranno né sostare, né circolare nelle piazze simbolo dell’area Unesco prima delle 20. Mentre per i caddy, i posti disponibili saranno solo otto e per loro ci sarà divieto assoluto di mettere le ruote in tutta la zona turistica del centro storico. Quattro navette saranno invece autorizzate a fare su e giù per le Cascine. Saranno proprio i mezzi elettrici, quindi, a subire la scure di Palazzo Vecchio. Sul fronte risciò invece, pur nell’incertezza di come andrà l’imminente bando per i posti da assegnare, il divieto ad entrare in otto piazze e su Ponte Vecchio non sembra un problema: i tre anni di lavoro assicurati dalla concessione rappresentano un passo avanti rispetto alle tante incertezze degli ultimi tempi. In strada, i pochi superstiti sui pedali sembrano irreprensibili. I loro tour turistici, con prezzi che vanno dai 30 euro (a coppia) per il giro breve di mezz’ora, sono veri. Nessun motore occulto, c’è solo la pedalata elettrica assistita, la precedenza è sempre dei pedoni e i risciò non scampanellano per passare. E le guide si fermano nelle piazze a raccontare la città: in piazza della Signoria, oltre cinque minuti di sosta, da tre punti di vista diversi per scattare foto, mentre il guidatore illustra i monumenti. Per i turisti è come vedere una città seduti in poltrona.Sul fronte dei caddy, in piazza Repubblica, qualcuno sbuffa, si sente preso di mira: «In mezzo a tutto questo casino è quasi incredibile che il problema siamo noi».
A guardarsi attorno, qualche ragione pur ce l’ha. All’ora di pranzo, ben oltre l’orario delle consegne ai negozi, in via Calimala ci sono ancora furgoni parcheggiati in zona pedonale, oltre a un’infinità di Ncc, il noleggio con conducente. E in mezzo alla strada un bussino elettrico di Ataf è costretto ad accodarsi alla grande carrozza dell’«ungherese», il fiaccheraio con due cavalli. Risciò e caddy, in questa giungla di mezzi ben più grandi, sembrano scomparire. Eppure qualche anomalia in una stretta minoranza di caddy sembra esserci. Sarà che sono tanti e molti passano le ore a chiacchierare tra di loro senza clienti. E, forse spinto dalla tanta concorrenza e dalla necessità di fare giornata, qualcuno sembra approfittarne: parte un caddy da piazza della Repubblica con a bordo una coppia di stranieri, e dopo dieci minuti è di nuovo lì, ma senza clienti a bordo. Difficile pensare che si sia trattato di un tour turistico.
Ma il grosso del lavoro dei mezzi elettrici è un altro: la tratta centro-piazzale Michelangelo e ritorno. È la direttrice turistica più battuta, visto che arrivare al piazzale con i mezzi pubblici è assai difficile: per raggiungere i viali e da lì prendere il 13 di Ataf ci vuole un’eternità. Così, molti caddy fanno su e giù con gli stranieri a bordo, in un sottile confine tra tour turistico e servizio navetta. I tour dei caddy costano dai 29 euro a persona, per il base giro di mezz’ora. Ma c’è anche chi non si cura di spiegare le bellezze della città: uno di loro, che ha gli altoparlanti a bordo, non di rado passa nelle vie del centro con la musica ad alto volume. Come su una giostra.
Il caos dei mini tour L’alleanza tra i mezzi elettrici e le agenzie in attesa dei nuovi divieti del Comune